La teoria complottista applicata alla gestione venatoria, lo confessiamo, non l’avevamo ancora sentita e in tempi di crisi, siamo sicuri che sbandierare l’accusa di un lucro da dieci milioni di euro – niente meno – nella sola Regione Emilia Romagna derivanti dalla sola caccia al cinghiale, spingerà qualcuno a perdere due minuti di tempo per leggere il resto dei voli di fantasia animalisti.
Così, chi lo farà potrà trovare teorie basate su tutto tranne che su fatti scientifici, come quella dell’autoregolazione delle popolazioni animali (Femmina Alfa); l’accusa ai cacciatori di ibridare i cinghiali con i maiali; di pasturare i branchi o di allevarli di nascosto, come se ce ne fosse bisogno. Un insieme di sciocchezze prive di qualsiasi fondamento, se non l’autocitazione di proprie supposte “ricerche”, che non stiamo nemmeno a commentare, cui non varrebbe la pena rispondere, se non fosse per l’annuncio di azioni dirette contro la caccia e i cacciatori, “frapponendoci fra loro [i cinghiali] e i fucili”.
Questa di tutto il volantino è l’unica cosa che ci preoccupa perché in nome dell’ideologia animalista sono aumentati in modo sensibile negli ultimi tempi attacchi diretti contro i praticanti regolarmente l’attività venatoria, giungendo anche a scontri fisici, magari scegliendo opportunamente cacciatori anziani o comunque presentandosi numerosi, contro persone isolate. Un modo veramente strano di professare la non violenza e il rispetto delle diverse opinioni. Invitiamo quindi le Autorità preposte a prestare particolare attenzione ai sottoscrittori di certe idee e minacce, nei confronti di cittadini che si limitano ad esercitare in modo corretto un’attività prevista e regolamentata dalle leggi di questo Paese.