Si è arricchita di una nuova puntata, nella giornata di ieri, la telenovela dei Referendum sulla Caccia. Undici persone, forse le stesse che avevano proposto il Referendum mai nato sull’abolizione della 157/92, questa volta avrebbero puntato l’ART 842 del Codice Civile. Un attacco iniziato depositando, tramite lo stesso legale della scorsa volta, un quesito per l’abolizione di questo famoso articolo, quello che permette a noi cacciatori di entrare nei fondi agricoli. Nel I Atto, quello che chiedeva l’abrogazione della 157/92, dopo aver avviato il procedimento, nessuno ha raccolto le firme, quindi il referendum non ci sarà.
Sarà così anche stavolta? Così avremo la conferma della strumentalità dell’iniziativa? Ci viene spontaneo chiederci, visto che tutti gli ambientalisti li contestano, a cosa miri questo inconcludente gruppetto di animalisti. Visibilità? Oppure questa condotta fa comodo a qualcuno? Noi ovviamente attiveremo i nostri canali politici e legali e parleremo la Cabina di Regia e le Associazioni Agricole, per vigilare che non ci siano pericoli per la nostra passione, anche se a questo punto sembra superfluo.
E’ curioso, però, che siano sempre gli stessi ex onorevoli veneti ad accorgersi immediatamente di questi attacchi alla caccia, quasi ci fosse un canale di informazione privilegiato, cosa che, al ripetersi di casi fortuiti, comincia a destare qualche dubbio. Di sicuro, noi pensiamo serva a poco diffondere comunicati allarmistici che provano a gettare nel panico i cacciatori che, per fortuna, non abboccano. Soprattutto, visto che la minaccia rappresentata da questi “Fratelli Animalisti-Cacciatori”, sembra serva solo ad alimentare un’operazione di “bracconaggio” elettorale e di tesseramento.