Nella sua abitazione sono state trovate 1300 armi acquisite nel corso di due decenni, tutte regolarmente detenute. Una di queste, però, ha fatto scattare le indagini. Si tratta di una carabina acquistata in provincia di Caserta, un’arma da guerra secondo l’accusa, in quanto in grado di sparare a raffica. Il magistrato avrebbe capito subito la situazione, spiegando al titolare dell’armeria campana di restituire l’arma poco dopo. I Carabinieri non glielo hanno permesso e l’impossibilità di restituire la carabina ha portato ai domiciliari per il giudice.
Dopo l’assoluzione in primo grado e l’impugnazione della sentenza., in secondo grado l’uomo è stato condannato, arrivando poi al ricorso per Cassazione. In questi giorni la condanna è stata cancellata in modo definitivo, visto che non c’è stato alcun rinvio. Per i giudici di Piazza Cavour, il “collega” non ha commesso alcun reato, un precedente importante e di cui non si potrà non tenere conto.