Cinque giorni fa, venerdì 19 febbraio 2016, si è svolta la premiazione della quarta edizione della borsa di studio “Gianni Pericoli” a cura della sede di Chianciano Terme (provincia di Siena) di ArciCaccia. Pericoli era il dirigente locale dell’associazione, scomparso il 19 febbraio di quattro anni fa in seguito a un incidente stradale nel corso delle operazioni di cattura nella zona di ripopolamento di Chianciano. La borsa di studio è astata promossa in favore delle classi delle scuole elementari e in questa edizione i premi sono stati assegnati alle terze e alle quarte degli istituti Mencarelli e De Amicis. L’assegnazione, inoltre, ha tenuto conto di alcune lezioni in classe che sono state curate da un tecnico faunistico dell’ArciCaccia Toscana, senza dimenticare l’uscita durante le catture delle lepri, uno dei momenti più importanti.
Come ha spiegato la stessa associazione, anche in questa quarta edizione dell’evento l’entusiasmo e la felicità dei bambini sono stati elementi predominanti, a testimonianza del fatto che le attività legate alla natura e alla sua conoscenza (di cui la caccia è uno degli aspetti fondamentali) interessano e coinvolgono sempre. Gli alunni hanno realizzato dei lavori pregevoli, ben istruiti dalle maestre, e hanno rielaborato gli animali conosciuti durante questa esperienza con diverse forme espressive: in particolare, sono state apprezzate quelle prodotte in cartapesta, oltre alle poesie che hanno enfatizzato le principali caratteristiche, come ad esempio i colori dei fagiani, l’agilità del capriolo e la velocità delle lepri, ma anche le leggende mitologiche ideate in relazione alla nascita delle specie selvatiche, i disegni di questi animali nei loro ambienti e gli origami.
Gianni Pericoli è stato ricordato, in particolare, per il suo sconfinato amore rivolto alla natura e alla caccia: l’attività venatoria è stata inoltre veicolata dall’indimenticato dirigente come un qualcosa pieno di conoscenza e di significati culturali. Nel comunicato ufficiale di ArciCaccia si legge come Pericoli pensasse che all’animalismo dominante, emotivo ed irrazionale non si dovesse rispondere con il “muro dell’incomunicabilità” e neanche con l’appiattimento a una cultura che non va assecondata nella sua becera violenza.
Ecco perché ArciCaccia ha sottolineato come l’orgoglio identitario dell’attività venatoria sia legato alla rivendicazione colta e motivata di un prelievo che è utile alla conservazione dell’ambiente e che riscopre di continuo le sue radici popolari. Inoltre, la caccia dovrebbe rifuggire l’elitarismo dal punto di vista culturale, in quanto è solamente dannoso e sterile. L’auspicio è stato quello di ricostruire l’autonomia culturale della caccia, l’iniziativa dedicata a Pericoli è destinata a continuare ancora a lungo.