Caccia: Arcicaccia contesta parlamentari, “norma incostituzionale”.
Sul caso caccia e l’emendamento approvato al Senato sulla variazione delle date del calendario venatorio, da oggi pesa il ”dubbio costituzionalita”’. A formulare l’ipotesi di una norma impugnabile e’ il presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, che, in relazione alla ripresa della discussione alla Camera sull’art. 43 – quello che al Senato era l’art. 38 – della legge Comunitaria, ha inviato una lettera ai parlamentari in cui auspica ”un ruolo del governo e del Parlamento affinche’ la norma futura sia rispettosa delle indicazioni dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca scientifica) per evitare al Paese ulteriori polemiche sul tema dell’attivita’ venatoria”.
La preoccupazione di Veneziano e’ ”per le conseguenze negative sull’attivita’ venatoria che potra’ produrre una normativa ambigua e impugnabile”. I ministri come i parlamentari, continua la lettera, interessati all’emendamento ”prospettato” dovrebbero ”tener conto che in sede scientifica e’ stata riaffermata l’ inapplicabilita’ delle aperture differenziate per la caccia ai migratori nel mese di febbraio”, mentre il rimedio del ”parere vincolante da parte dell’Ispra, non e’ proponibile perche’ inciderebbe sulla potesta’ legislativa delle regioni”.
L’art. 117 della Costituzione, si legge nella missiva, ”obbliga il legislatore a rispettare il principio che equipara la forza della legge regionale a quella dello Stato e sottopone la potesta’ legislativa, sia dello Stato che delle regioni, al rispetto della normativa comunitaria”. Secondo Veneziano ”il vero rimedio e’ costituito dall’ abrogazione dell’art. 43 oppure del suo rinvio in commissione per adeguare il contenuto”.
Quello che servirebbe, conclude, e’ ”un provvedimento, non ambiguo e che, di contro, dia certezza di diritto e scongiuri la possibilita’ del moltiplicarsi dei ricorsi ai Tribunali amministrativi regionali”.
Fonte: ANSA