Arcicaccia e Legambiente chiedono al Ministro Romano un report dettagliato dell’ultimo anno – “Come vengono gestiti i finanziamenti al Comitato venatorio che in tutto il 2010 è stato convocato soltanto una volta?”.
“Chiediamo al Ministro Saverio Romano di conoscere nel dettaglio il supporto amministrativo e finanziario che il Ministero delle Politiche agricole ha ‘assicurato’ negli ultimi 12 mesi per sostenere le attività del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale (Ctfvn) la cui consulenza è stata però ritenuta poco importante dai ministri che lo hanno preceduto: in tutto il 2010 lo hanno convocato soltanto una volta!”: questa la richiesta contenuta in una lettera congiunta inviata da Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arci Caccia ed Antonino Morabito, Responsabile nazionale Fauna e Biodiversità di Legambiente, al Ministro.
La domanda (inoltrata ai sensi della Legge numero 241 del 1990, in quanto le associazioni richiedenti fanno parte del Ctfvn) riguarda, in particolare, tutti i provvedimenti amministrativi e gli atti assunti dal dicastero in oggetto e che avrebbero dovuto finanziare la attività di un comitato che non è stato neanche riunito!
“Di contro – segnala una nota congiunta Arci Caccia e Legambiente – è opportuno rammentare l’importante composizione del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, organo tecnico-consultivo del Ministero per ciò che concerne l’applicazione della Legge numero 157 del 92: tre rappresentanti nominati dal Ministro dell’Agricoltura e delle foreste, tre rappresentanti nominati dal Ministro dell’Ambiente, tre rappresentanti delle Regioni nominati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, tre rappresentanti delle province nominati dall’Unione delle province d’Italia, il direttore dell’ex Istituto nazionale per la fauna selvatica (oggi Ispra), un rappresentante per ogni associazione venatoria nazionale riconosciuta, tre rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, quattro rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale presenti nel Consiglio nazionale per l’ambiente, un rappresentante dell’Unione zoologica italiana, un rappresentante dell’Ente nazionale per la cinofilia italiana, un rappresentante del Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina, un rappresentante dell’Ente nazionale per la protezione degli animali, un rappresentante del Club alpino italiano”.
“E’ la seconda volta in poche settimane – continua la nota -, che il ministero delle Politiche agricole viene interpellato sulla gestione del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale.
Nei giorni scorsi Susanna Cenni, deputato del Pd, ha infatti presentato una interrogazione per capire per quale motivo, con un apposito decreto, stanziamenti per circa 90mila euro già impegnati per l’attività del Ctfvn, siano stati ‘dirottati’ per coprire rispettivamente 60mila euro di spese di “trasferte” gestiti dalla delegazione italiana del Cic (Comitato internazionale per la caccia), la cui sede legale parrebbe peraltro essere ubicata presso uno studio dentistico privato, e 30mila euro a favore dell’Ispra, ente vigilato dal Ministero dell’Ambiente, per produrre studi scientifici redatti e consegnati solo pochi mesi prima del finanziamento!”
“Un’operazione quindi di trasparenza amministrativa, promossa da Arci Caccia e Legambiente, per capire le incongruenze tra il mancato utilizzo di un importante strumento consultivo e di concertazione previsto dalla legge, il Ctfvn, e conoscere nel dettaglio come intanto vengono gestiti i finanziamenti pubblici a questo appositamente destinati”.