Possiamo condividere che nelle zone maggiormente colpite dal maltempo si possa mantenere il divieto temporaneo di caccia, chiusura necessaria per garantire tutela della fauna selvatica, ma anche per la sicurezza dei cittadini tutti e quindi il divieto dovrebbe essere esteso ai frequentatori dei boschi e delle vallate (cercatori di funghi, escursionisti, ecc.). Ma crediamo che se del solo divieto di caccia si debba parlare questo vada posto in atto nei soli territori in cui la situazione è effettivamente di emergenza per la fauna e per l’ambiente. Ci sono interi territori in cui non vi è alcun rischio né ambientale né per la fauna, eppure la caccia rimane chiusa.
Chiediamo quindi che, se il divieto di caccia debba essere prorogato lo si faccia per aree effettivamente interessate dai fenomeni meteorologici dei giorni scorsi e quindi per aree chiaramente identificabili ricadenti in Riserve Alpine o porzioni di esse. Chiediamo pertanto che la Regione, in collaborazione con gli uffici caccia delle Province e i direttivi dei Comprensori Alpini, rimuova e stralci il divieto di Caccia generalizzato per le aree di Zona Alpi non interessate dal disastro ambientale di questi giorni, e che già da domani si torni anche in queste zone a praticare normalmente la caccia come già avviene nel resto del Veneto. Capiamo che in un momento complesso come questo, per le Istituzioni, in maniera legittima la caccia passi in secondo piano, ma non possiamo accettare per i cacciatori che rappresentiamo che questa possa essere una limitazione grave e immotivata nell’esercizio dei propri diritti”.