Arci Caccia Veneto chiede all’assessore Daniele Stival di fare maggiore chiarezza sulla questione dei richiami vivi per superare la messa in mora dell’Unione Europea causata dalla “cattiva informazione”.
Le proposte avanzate dall’Arci Caccia tengono conto delle soluzioni positive trovate in Emilia Romagna che possono essere base di riferimento per la realtà del Veneto. In particolare per l’Arci caccia occorre che le Province avviino il censimento dei richiami in possesso dei cacciatori utilizzando lo strumento dell’autocertificazione. Occorre quindi conoscere il numero effettivo degli allevatori di richiami per uso caccia al fine di contestare la previsione che la produzione sia superiore alle necessità tale da giustificare la richiesta di chiusura dei roccoli.
Agli allevatori vanno altresì proposte convenzioni per la cessione dei richiami a costi accessibili per i cacciatori. In base ai risultati ottenuti e tenendo conto delle richieste si potranno portare in equilibrio le catture individuando i siti e determinando quantità e prelievi. Con questa procedura l’Emilia Romagna ha finora risposto alle indicazioni dell’Unione Europea e non è stata avviato alcun procedimento di infrazione.
Ci auguriamo che questo argomento, ha scritto Ezzelini Storti, possa essere affrontato nel merito a partire dalla riunione convocata dalla Regione Veneto per il 12 marzo.
Arci Caccia
( 12 marzo 2014)