Arci Caccia Umbria: Province, caccia, gestione del territorio, è il tempo delle decisioni; l’opinione del presidente regionale Emanuele Bennati.
La crisi economica e sociale che tuttora investe il Paese, le difficoltà per migliaia di famiglie italiane, il futuro che, in maniera diversa, tarda ad essere immaginato sono temi che oggettivamente pongono in secondo piano ben altre problematiche, seppure importanti, per larghe fasce di cittadini. In questo contesto collochiamo l’attività venatoria e la gestione della fauna. Lo facciamo consapevoli che il buon governo dell’ambiente è comunque una risorsa importante per dare forza al territorio, alle sua bellezza, alle sue produzioni, alle sue qualità. Per questo riteniamo che, nella nostra Regione, con vigore e determinazione, occorra affrontare lo snodo del riordino delle competenze istituzionali dopo l’abolizione delle Province quale ente elettivo di primo livello. Si rischia il caos e il venir meno delle certezze per migliaia di cittadini, cacciatori compresi, se non si interviene con urgenza e al tal riguardo proponiamo l’insediamento di un tavolo di concertazione per affrontare i problemi che ci troveremo di fronte nei prossimi mesi. I tagli lineari del governo, operati sui bilanci di Regioni e Province, potrebbero portare la stessa regione, senza un progettualità virtuosa e condivisa, a fare cassa con le risorse generate dai cacciatori attraverso la tassa di concessione Regionale anziché destinarle al lavoro gestionale degli ATC, motore pulsante di una concreta gestione del territorio.
Peraltro gli ATC devono fare costantemente i conti con le minori entrare finanziare quale riflesso del calo del numero delle iscrizioni dei cacciatori. In questo quadro a rischiare è un modello di caccia sociale e sostenibile, baluardo di una deriva consumistica dell’utilizzo della fauna. Senza risorse infatti verranno a mancare gli interventi per i miglioramenti ambientali e per l’indennizzo dei danni alle colture agricole. Nel momento in cui si cerca di riorganizzare funzioni e competenze delle Province risulta necessario aprire un confronto anche sul ruolo degli ATC e sul ruolo che essi dovranno svolgere, definendone compiti, funzioni, ma sopratutto occorrerà stabilirne la natura giuridica.
A fronte di tutto ciò, diventa doveroso reperire nuove risorse per il futuro, che vanno cercate anche al di fuori delle tasse di concessione, cercando di intercettare fondi sul nuovo piano di sviluppo rurale per le varie misure comunitarie rivolte alla salvaguardia della biodiversità ambientale e animale. E’ auspicabile anche avviare la filiera corta delle carni, facendo si che i capi provenienti da interventi di contenimento, entrino nel mercato delle carni, come alternativa, generando un ritorno di risorse da destinare agli agricoltori come risarcimento del danno subito. Integrare le entrate degli ATC, attraverso progetti mirati volti al rilancio della cinofilia come volano turistico, non solo per i cacciatori ma per tutta la comunità Regionale, attraverso l’utilizzo periodico di alcune Zone di Ripopolamento, Aree protette e Parchi, fornendo agli allevatori, addestratori e appassionati l’opportunità di addestrare in casa nostra e con le risorse generate, incentivare la gestione faunistica.
Costruire un nuovo rapporto con il mondo agricolo, un sistema di investimenti capace di supportare non tanto l’agricoltura generalmente intesa, ma progetti mirati legati alla selvaggina nobile stanziale in grado di produrre “ricchezza faunistica” non solo per i cacciatori ma anche per i tanti turisti che decidono di passare le vacanze nelle nostre campagne. Non più incentivi a pioggia, ma incentivi finalizzati al raggiungimento di obbiettivi.
Altro capitolo importante in funzione della riforma delle Province è la vigilanza intesa come controllo e presidio del territorio. Che ne sarà della Polizia Provinciale di Perugia e Terni? Che ne sarà degli agenti di Polizia? Chi effettuerà la vigilanza? Ecco dunque che si aggiunge un altro tassello al già complicato quadro. Per questo non abbiamo più tempo da perdere, ma è arrivato il tempo di decidere, prima ch qualcuno lo faccia per noi e lo faccia in maniera diversa da un percorso che fino ad ora ha visto protagonista la nostra regione. Noi dell’Arci Caccia faremo la nostra parte avanzando proposte e portando il nostro contributo di associazione che nella sua lunga storia ha sempre operando collegando la specificità del progetto agli interessi più generali del Paese.
Emanuele Bennati
(presidente regionale Arci Caccia dell’Umbria)
( 7 gennaio 2015 )