Le polemiche innescate dall’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) in merito alla chiusura dell’attività venatoria in seguito alle ultime scosse di terremoto hanno spinto Emanuele Bennati, numero uno di Arci Caccia Umbria, a rispondere. Il presidente regionale dell’associazione si è fatto interprete dei sentimenti dei dirigenti delle altre zone colpite dal sisma. A suo dire, queste strumentalizzazioni “faziose ed ideologiche” devono avere un limite, visto che gli animalisti si sentono onnipotenti e pretenderebbero di fermare il terremoto.
Il mondo venatorio è impegnato in prima linea per aiutare proprio queste popolazioni, tra l’altro uno dei primi veterinari che sono giunti nella cosiddetta “zona rossa” era proprio un cacciatore. Bennati ha sottolineato come le azioni non siano state sbandierate ai quattro venti, visto che ogni intervento deve essere listato a lutto come testimonianza di serietà e solidarietà.
Arci Caccia Umbria continuerà a presidiare i boschi, rispettando la sicurezza dei soccorritori e le leggi, senza arrecare alcun ostacolo ai cittadini. Le produzioni agricole, infatti, hanno bisogno di essere tutelate: in questo modo gli allevatori riusciranno a produrre carni di qualità e a far ripartire le economie locali. La nota si conclude con una frase molto diretta: “Torniamo silenti per testimoniare umilmente il nostro cordoglio. Non ci curiamo dei provocatori“.