La stagione venatoria terminata ormai da più di un mese, ci ha lasciato problemi irrisolti e ulteriori limitazioni alle specie cacciabili, oltre al problema dei danni causati dal cinghiale che in Umbria come in altre Regioni è ormai fuori controllo, ad un piano faunistico che non trova piena applicazione per la gestione della fauna stanziale, a volte per mancanza di coraggio sia delle Associazioni venatorie che degli ATC, sia per la complessità delle procedure previste, ad un tavolo tecnico che per risolvere il problema dei danni da cinghiale basa la sua azione solamente sull’abbattimento, con l’introduzione della caccia di selezione, gabbie di cattura, senza incentivare misure di prevenzione ed interventi radicali mirati su quei territori che registrano ingenti danni, attendiamo i dati degli ATC per valutare, i risultati delle scelte.
Il nuovo anno non è iniziato bene per la caccia in generale, oltre allo spettro della peste suina africana, sono stati approvati, da parte della Comunità Europea i nuovi Key Concepts per la specie migratorie, i quali hanno rivisto al ribasso le date di migrazione prenunziale di molte specie di uccelli migratori comprese quelle di interesse venatorio, come tordo bottaccio, sassello, beccaccia ecc., se è vero che gli stessi rappresentano una indicazione a cui le Regione devono attenersi nella stesura dei calendari venatori è altrettanto vero che in caso di ricorso sono presi a riferimento da tutti i tribunali amministrativi per dirimere le controversie sui calendari venatori, pertanto non tenerne conto in fase di stesura dei calendari venatori, come qualcuno va dicendo in giro, a fronte di ricorsi, si metterebbe a rischio la stagione venatoria.
Detto questo, in occasione del confronto con la Regione del prossimo 24 Marzo Arci Caccia chiederà la riconferma del calendario venatorio dello scorso anno, con la possibilità di prelevare la tortora in preapertura, in virtù dell’approvazione del piano di gestione nazionale della specie che ne consente il prelievo in misura pari 50% del totale dei prelievi delle ultime stagioni venatorie. In tale sede chiederemo alla Regione Umbria di giungere entro la fine del mese di maggio all’approvazione definitiva del calendario venatorio, auspicando che fin da subito potremmo essere in grado di procedere speditamente con l’iter che porterà all’ approvazione, senza indugiare.
Tale data ci consentirebbe a fronte di eventuali ricorsi di per poter affrontare la questione dal punto di vista legale nei tempi giusti senza incorrere a sospensive a ridosso della apertura della caccia. Con l’approvazione definitiva da parte del MITE del Piano di gestione della tortora, reintroducendo di fatto la possibilità di prelievo, termina un iter durato anni, nel merito il piano contiene misure di conservazione che possono aprire una nuova stagione per la gestione della fauna selvatica, introducendo misure di ripristino e di conservazione degli habitat che le regioni sono chiamate ad attuare e che potrebbero rappresentare la vera svolta gestionale che le Associazioni Venatorie dovranno sostenere e concertare con le Istituzioni, non solo come opportunità per il mondo venatorio, ma anche come senso di responsabilità verso tutti i cittadini.
L’interesse di conservazione delle specie in declino non può essere una battaglia di demagogia, ma la presa di coscienza che la biodiversità va difesa dalle irrazionalità dei nostri giorni, sappiamo benissimo e lo sanno anche le Associazioni Ambientaliste, che la caccia non è la causa primaria dello stato in cui versano molte specie animali sia cacciabili che protette, le cause sono la perdita di habitat, l’inquinamento, i cambiamenti climatici e tanto altro.
Se la loro non è una battaglia ideologica contro la caccia, Arci Caccia è pronta al dialogo e alla collaborazione, come abbiamo sempre fatto e non lo abbiamo mai nascosto, siamo pronti al dialogo con tutti se costruttivo, contestualmente chiediamo alle Associazioni ambientaliste e animaliste che come hanno diffidato le Regioni nel applicazione dei nuovi Key Concept, siano altrettanto celeri a sostenere con coerenza e senza strumentalizzazioni l’applicazione nella sua totalità del piano di gestione della tortora nell’interesse della specie come patrimonio comune. Siamo pronti ad aprire una nuova stagione di confronto con la Regione e con tutti i portatori d’interesse guardando al futuro