Venerdì scorso, il Tar Toscana si è finalmente espresso sul ricorso al calendario venatorio presentato dagli animalisti. Purtroppo, si sono avverate le nostre peggiori paure, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale ha confermato le tesi del Consiglio di Stato per quanto riguarda la data di chiusura della beccaccia e l’interpretazione dei tempi di caccia che ha portato a decurtare di 15 giorni il periodo delle specie oggetto di pre-apertura. Si tratta di una decisione grave, che tiene conto da un lato delle posizioni della sola Ispra e interpreta il modo fuorviante la 157/92.
Purtroppo questo scenario era tristemente prevedibile, visto il tenore delle sentenze che hanno funestato la stagione un po’ in tutta la penisola. Adesso la palla passa alla politica, perché solo un intervento legislativo potrà sbrogliare questa situazione. Ovviamente, Arci Caccia Toscana, come fatto in precedenza, mette a disposizione il proprio apparato tecnico scientifico e i propri consulenti legali, che collaboreranno di buon grado con i tecnici della Regione per cercare di trovare le migliori soluzioni possibili. A questo proposito, invitiamo le altre Associazioni Venatorie a fare fronte comune, perché questo attacco non deve essere assolutamente sottovalutato, e occorre reagire in modo fermo e compatto, senza fughe in avanti e prese di posizioni strumentali.
Perché alla provocazione si risponde con la precisazione: infatti, anche se plaudiamo tutti all’iniziativa legale di Fidc, che si è costituita ad opponendum al ricorso animalista (non che sia servito a molto), è bene ricordare che senza l’intervento di un certo ufficio tecnico scientifico (non quello di Arci Caccia), che ha architettato assieme a chi governava nel 2008 la modifica della famosa legge comunitaria, i calendari sarebbero ancora blindati dalla 157/92 ed al riparo di qualunque ricorso. Anche sull’anatema ai nemici dell’unità, frettolosamente fatto da Federcaccia, bisogna chiarire.
Noi siamo sempre disponibili a discutere con tutti, sediamoci e predisponiamo azioni comuni. Stiamo girando la Toscana organizzando incontri in cui si discute di caccia con i cacciatori e i rappresentanti della politica e sistematicamente invitiamo tutte le associazioni, molte hanno risposto e hanno contribuito alla discussione a Grosseto, Pisa e Livorno, ma mai la maggioritaria. Il nostro tour continua, vediamo se ci saranno sviluppi. L’unità del mondo venatorio si raggiunge con il confronto e il dialogo, non con diktat e tentativi di annessione. Per noi la via unitaria è una priorità, ma su basi paritarie, non alle condizioni e ai comodi di qualcun altro.