Toscana: Arci Caccia guarda con attenzione alle novità di una normativa che tenendo conto del binomio agricoltura e caccia, può contribuire ad stagione equilibrata ed efficace.
Il comunicato diffuso dall’Assessore Salvadori, successivamente agli articoli di stampa delle associazioni agricole dei giorni scorsi, segnala un elemento di grande portata politica, che apporta un’innovazione reale che definisce e puntualizza un’iniziativa parlamentare presentata nell’arco della Legislatura appena conclusa da parte di una Parlamentare toscana. Si tratta di un inedito a cui guardare con grande attenzione, poiché, secondo noi, può contribuire all’apertura di una stagione equilibrata ed efficace. La proposta di “rilanciare un percorso normativo nazionale, con un apposito Disegno di Legge che il nuovo Parlamento dovrà affrontare con la massima urgenza”, rappresenta, infatti, un’ipotesi a cui la Toscana affida la natura di un’azione politica di grande rilievo.
Un Disegno di Legge così concepito avrebbe la possibilità di risolvere alla radice le tante problematiche che ruotano attorno ad una profonda dicotomia in atto: da un lato, la crescita impetuosa delle popolazioni di ungulati, e, dall’altro, un quadro normativo nazionale che si pone l’obiettivo della salvaguardia di tutte le specie selvatiche, dunque anche degli stessi ungulati che sono invece in abbondante sovrannumero.
Trattandosi di una proposta per tanti aspetti inedita, e per la quale l’Assessore Salvadori mette a disposizione la storia e l’esperienza venatoria della Toscana, non è consentito a nessuno aggiudicarsi primogeniture, anche soltanto per il fatto che chi lo rivendica è stato l’ispiratore di una riforma della L.157 il cui fulcro non è mai stato il rapporto “fauna-agricoltori”, quanto piuttosto l’allargamento dei tempi, degli spazi e delle specie.
La tesi avanzata dalla Regione Toscana consente invece di affrontare “chirurgicamente” la vera emergenza in essere, la cui non soluzione sarebbe foriera di derive pericolose. L’altro risvolto virtuoso di questa proposta è quello di isolare il resto dagli effetti destabilizzanti che abbiamo conosciuto in questa lunga stagione di sconfitte che ha portato il mondo venatorio a collezionare il più grave danno subito della sua pluridecennale storia (amputazione dei calendari, contenziosi a non finire, mancanza della certezza di diritto, ecc.).
La strada indicata dalla Toscana può davvero riaprire stagioni positive, dove, al tempo stesso, sia possibile risolvere aspetti dirimenti della gestione faunistica e avviare, finalmente, autentici processi unitari dell’associazionismo venatorio.
11 febbraio 2013
Arci Caccia