Quando era ancora operativo, il Corpo Forestale, nelle indagini aperte sull’uso dei “bocconi” avvelenati, più che altro faceva riferimento alle condizioni critiche degli allevatori nelle campagne. Il fenomeno è presente anche centri urbani, laddove non ci pare si eserciti la caccia. Ignorando la polemica, che non porta che danni alla fauna selvatica, all’ambiente, all’agricoltura, vogliamo rivolgerci alle donne e agli uomini di questo Paese; si stanno attrezzando i Carabinieri Forestali, ne ragionano le istituzioni.
Perché non dotare il Paese di cani e personale che, Provincia per Provincia, possono intercettare e bonificare le aree e i territori dove potrebbero esserci malfattori che usano queste esche avvelenate? I cani da caccia e i cacciatori possono essere una risorsa di conoscenza, di competenza, di sicuro aiuto nelle perlustrazioni dei territori. Ma agli intellettuali è più utile la polemica. Fa più notizia