Piergiorgio Fassini, vicepresidente regionale dell’Arci Caccia del Veneto, ha scritto alla Regione per avere nuovamente lumi sul divieto di attività venatoria in questa regione. Secondo l’associazione, la proroga della sospensione per un’altra settimana in provincia di Belluno non è motivata in maniera precisa. In alcune zone le situazioni sono emergenziali a causa del maltempo e i cacciatori hanno fornito il loro apporto per quel che riguarda la riduzione dei disagi e i rischi delle popolazioni. Non tutto il Bellunese, comunque, è interessato da questo fenomeno.
Secondo Arci Caccia Veneto le condizioni meteo avverse non hanno colpito un vasto tratto di territorio montano, quindi in queste zone la caccia potrebbe essere concessa senza pericolo per le squadre di soccorso e per la fauna. Ecco come si conclude il comunicato: “Già la scorsa settimana con una specifica nota avevamo chiesto al Presidente del Veneto e all’Assessore Regionale Pan che se il divieto di caccia dovesse essere prorogato lo si facesse “per aree effettivamente interessate dai fenomeni meteorologici dei giorni scorsi e quindi per aree chiaramente identificabili ricadenti in Riserve Alpine o porzioni di esse”.
Siamo convinti nell’essere nel giusto ribadendo questa nostra richiesta e richiedendo pertanto che la Regione, rimuova e stralci il divieto di Caccia generalizzato per l’intera provincia di Belluno. Possiamo capire l’estremo disagio al quale sono sottoposti alcuni territori ma riteniamo altresì che non per questo si debba impedire ad un gruppo di persone di esercitare legittimamente il loro diritto in altre aree, sapendo altresì che tra qualche settimana la stagione venatoria in zona Alpi vedrà, per alcune forme di Caccia, la propria conclusione definitiva”.