La presa di posizione dell’associazione venatoria Arci Caccia è netta. Come si legge in uno degli ultimi comunicati, nella giornata di ieri (giovedì 7 febbraio 2019) la Regione Toscana ha inviato, in vista dell’incontro che dovrebbe svolgersi lunedì 11 per discutere dell’eventuale proroga della legge obbiettivo, le osservazioni presentate al testo dai vari portatori d’interesse.
Con disappunto Arci Caccia si è accorta che, nonostante tutte le rassicurazioni ricevute dall’assessore regionale all’Agricoltura Remaschi e dal governatore Rossi, nel documento figura nuovamente una sigla che non ha alcun diritto di essere presente, ovvero quella della CCT. Nella nota c’è scritto quanto segue: “La Confederazione Cacciatori Toscani non è un’associazione riconosciuta e quindi è priva dei requisiti legali per sedere al tavolo di trattativa e presentare emendamenti al testo.
Per questo non capiamo l’atteggiamento della Regione che, caparbiamente, continua a dare legittimità a chi non può averla, rischiando di esporre un lavoro di mesi a ricorsi e azioni legali che potrebbero arrivare. Per questo abbiamo subito scritto all’Assessore e al Presidente della Regione, per chiedere un incontro immediato, in cui ci attenderemo chiarimenti e spiegazioni per questo comportamento. Non vorremmo dover rivedere molte delle posizioni già espresse in questi anni in maniera costruttiva”.