Dopo il comunicato di Federcaccia Nazionale e Marche, pubblicato il 14/03/2022 occorre precisare alcune cose, note a tutti, ma che forse è bene ricordare: ARCI CACCIA è, rimane, e sarà sempre per la caccia popolare e “democratica”, come prevista nella legge italiana attualmente in vigore e non fa sconti a nessuno rispetto alla strenua difesa dell’art. 842.
I rapporti che Arci Caccia ha con Eps sono gli stessi che ha con tutte le associazioni che fanno parte della Cabina di Regia. Chiaramente, se attaccate in maniera strumentale, come di fatto è successo nelle Marche, liberamente mettono in campo una reazione comune.
Rispetto alla mancata firma del documento di “diffida agli ambientalisti” i nostri dubbi erano nel merito. Dire che i KC non hanno valore legale, quando ormai da anni sono presi a riferimento da tribunali e istituzioni ci sembra anacronistico e controproducente. Siccome sono anni che lo diciamo, totalmente inascoltati, pensiamo che possa essere utile cambiare strada, per continuare a cacciare la migratoria. Una forma di caccia che ci è così cara che da mesi, continuiamo a lottare per l’approvazione del piano della tortora e il suo conseguente rinserimento nei Calendari Venatori.
Purtroppo, gli studi “fai da te” hanno mostrato tutti i loro limiti, e fossilizzarsi su questo unico fronte non ci porterà da nessuna parte.
Sottolineiamo anche che, mentre sono ancora in fase di redazione e di concertazione i calendari, infilarci nel percorso di diffide, controdiffide e sentenze favorevoli (a cui se ne possono opporre altrettante sfavorevoli) non ci convinceva e non ci convince.
Noi faremo la nostra battaglia nell’interesse dei cacciatori, per consentire che nel mese di gennaio si cacci il più possibile e siamo consapevoli che la posizione presa dal MITE (non da ISPRA che è organismo tecnico scientifico) sui KC non ha simili in Europa e è proprio il Ministero che dovrà sanare questa anomalia per ora tra l’altro poco motivata.
Siamo anche preoccupati, viste le tragiche esperienze degli anni scorsi, di evitare di incorrere in sospensioni dei calendari, ritardi delle aperture, incertezza fino all’ultimo minuto; atteggiamenti che, fino a oggi, non ci hanno portato fortuna.
Per questo, quasi da soli, chiediamo che i calendari si facciano nei tempi dovuti, si affrontino con un dialogo aperto le contestazioni, ci siano i tempi tecnici per difendersi in sede giurisdizionale, se necessario, senza arrivare alla tragedia della sospensiva la sera prima della caccia, alla faccia delle diffide ambientaliste e delle nostre controdiffide.
Questo non significa certo difendere le posizioni anticaccia, ma porre le basi per dare all’attività venatoria una prospettiva che vada oltre la battaglia del calendario anno per anno. La Federcaccia delle Marche ha avviato una campagna di attacco, documentabile, rispetto a questa nostra posizione, che dura da giorni e che è stata ripresa anche in incontri istituzionali in sede regionale, quindi non ci sono vittime in questa vicenda.
Se poi è un problema ricordare che rapporti costanti, e in vari ambiti, con il mondo ambientalista e con ISPRA ce li hanno anche Federcaccia e tutte le associazioni venatorie, non solo ARCI, e che, sono necessari per difendere e fare crescere la nostra passione, non intendiamo scusarci con nessuno, perché è la verità. La differenza è che noi non ce ne vergogniamo, perché siamo orgogliosi di essere cacciatori e non rifiutiamo il confronto con nessuno.
Tranquillizziamo tutti, non siamo fotografi, ma con i fotografi, se serve, vogliamo parlare e portare avanti le nostre ragioni; a volte una bella foto o una buona iniziativa fanno più bene alla caccia di tante fucilate. Tutti i giorni siamo impegnati a migliorare il rapporto e la percezione del resto della società verso la caccia, per recuperare rispetto e prestigio sociale, spesso insieme alle altre Associazioni venatorie. Pensiamo di farlo a fucilate?
Ci spiace, inoltre, per la battuta rispetto al tema del pacifismo: non è il fatto che i cacciatori usino la doppietta che li rende guerrafondai. Al contrario, una riflessione franca sul tipo di rapporto tra associazioni venatorie e mondo delle armi, nel futuro, pensiamo si possa sempre aprire senza offendere nessuno.
Rispetto alla necessità di informare meglio l’Amico Presidente Regionale delle Marche, bisogna dire che il problema è quello contrario. Gabriele membro della Presidenza Nazionale di ARCI CACCIA è informatissimo, per questo non accettiamo, né lui né io, gli attacchi di Federcaccia Marche che da anni occupano ogni sede, perfino le pagine a pagamento dei giornali.
Ma nella replica degli amici di Federcaccia, è centrale una parola magica: “tesserati”. Perché a volte abbiamo l’impressione che nel rapporto con Arci a quelli si punti, più che alle idee, e questa situazione ne è un esempio.
A questo scopo ribadiamo che, per noi, la correttezza e la trasparenza nei rapporti con le altre Associazioni sono principi fondamentali, che dovrebbero essere al centro di ogni prospettiva unitaria. Per questo, l’aver appreso solo ieri, in maniera fortuita, nel corso di una trasmissione televisiva, che i Presidenti di Federcaccia e Liberaccia, hanno incontrato in audizione il Ministro Cingolani come componenti della Cabina di Regia, ci ha lasciato di stucco. In attesa di conoscere motivazioni e contenuti, possiamo solo dire che in questa iniziativa non troviamo né correttezza né trasparenza.
Chiudiamo dicendo che, a breve, formalizzeremo alla Cabina di Regia un documento che ha l’obiettivo di rafforzare l’unità del mondo venatorio nei contenuti e nell’ organizzazione. In quella discussione, che ci auguriamo possa essere pubblica e tra i cacciatori, siamo consapevoli che il ruolo di Federcaccia sarà fondamentale. Si chiariranno, non ho dubbi, tante cose e, da inguaribili ottimisti, siamo sicuro che riusciremo a crescere insieme.