Il numero uno dell’associazione aveva sottolineato di volere dare la preferenza proprio a queste zone per una gestione più responsabilizzata del territorio, suggerendo una assegnazione annuale e triennale alle squadre in caso di rotazione. Inoltre, in quella riunione Sorrentino aveva parlato dell’impossibilità di fare allevamenti intestati ai cacciatori. A rappresentare Arci Caccia c’era anche un consigliere nazionale, vale a dire Sirio Bussolotti.
Le parole della Federazione Italiana della Caccia sono state giudicate come un danno all’immagine e al ruolo dei cinghialai e di tutti i cacciatori in generale. La stessa FIDC è stata invitata a preoccuparsi di altre questioni, in primis il testo del nuovo statuto della Confederazione Cacciatori Toscani. Per tutelare il nome dell’Arci Caccia, infine, non è stato escluso il ricorso alle vie legali se si dovesse rendere necessario.