Ci risiamo, per l’ennesima volta Fidc da una dimostrazione su come si deve fare per dividere il mondo venatorio. Dopo aver preso accordi con le A.A.V.V. Piemontesi (Fidc, Arci Caccia, Libera Caccia, Enal Caccia, Anuu) sul da farsi per arginare un’ordinanza del Sindaco di Pinerolo (TO) che chiude l’attività venatoria in una parte del suo comune, ed aver concordato di chiedere un parere legale per preparare tutte insieme un ricorso al TAR, Federcaccia ha fatto la solita fuga in avanti. Come al solito, l’Associazione che si erige a forza trainante del mondo venatorio, è ritornata per l’ennesima volta a fare la “PRIMA DELLA CLASSE” andando da sola ed escludendo tutte le altre A.A.V.V. senza nemmeno avvisarle se non a fatto compiuto (ricorso al Tar presentato). Come Arci Caccia Piemonte pensiamo che l’inaffidabilità di F.i.d.c Piemonte (atteggiamento che purtroppo si può estendere a tutto il territorio Nazionale) visti i precedenti, sia cosa certa, un film già visto sempre con lo stesso titolo: “PER UN PUGNO DI TESSERE”. Ribadiamo, oggi più che mai, che si ha bisogno di azioni sinergiche e non di balzi in avanti. Questo, l’associazione di maggioranza lo deve capire, non può sempre predicare bene e razzolare male, in una situazione dove il mondo venatorio viene giornalmente attaccato su tutti i fronti, con ricorsi a calendari, raccolta firme per un referendum e in ultimo anche con ordinanze sindacali. Per sconfiggere questa deriva c’è bisogno di unità, ma di quella vera. Arci Caccia Piemonte non scrive per fare della sterile polemica, ma vuole puntualizzare una situazione insostenibile, e rimarca, se ci fosse il bisogno, la sua disponibilità ad azioni congiunte e unitarie con tutte le A.A.V.V. (Il Presidente Arci Caccia Piemonte Remo Calcagno).
PSA e non solo Sabato 21 dicembre si è svolto il Consiglio Nazionale di Arci Caccia. Un’assemblea in cui sono stati approvati il Bilancio di Previsione 2025 e la corposa relazione di indirizzo politico illustrata dal Presidente. Molti i temi...
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