Arci Caccia Piemonte, si cambia: “Corrispondere al Bene Comune per un futuro migliore alla caccia” è il tema della Conferenza di Organizzazione Regionale il 7 marzo 2015.
“Corrispondere al Bene Comune per dare un futuro migliore alla caccia” questo è il tema principale, proposto in una dichiarazione, dal Presidente regionale onorario del Piemonte, Mario Bruciamacchie del quale si è discusso nelle varie Conferenze di Organizzazioni provinciali che si sono svolte in Piemonte fino ad approdare a quella regionale che si terrà sabato 7 marzo 2015 dalle ore 8.00, nella sede della Provincia di Alessandria in Via Galimberti, 2. Il dibattito – dichiara Bruciamacchie – ha visto la presenza significativa di tanti associati e dei rappresentanti locali e di Circolo che sono intervenuti sulle problematiche e le criticità che attraversano il mondo venatorio italiano e quello piemontese: la diminuzione dei cacciatori, il rapporto difficile con la Società e con le nuove generazioni, l’invasione mediatica di un animalismo urbano e un po’ “salottiero.
Le nuove relazioni con le Università, a partire da quella del Gusto di Pollenzo, a quella di Milano, Urbino, Napoli, da Federparchi al CNCN e al Tavolo FIdC, AnuuMigratoristi, Arci Caccia, sono le “prime positive avvisaglie” della riconquista di uno spazio culturale da parte dell’attività venatoria che, sempre più sarà vincente, quanto più sarà risorsa del Paese.
Questa prospettiva ha bisogno di una strategia e di uno strumento unitario di rappresentanza del mondo venatorio – prosegue Bruciamacchie – il Piemonte auspica che già dalle prossime settimane prenda sostanza la Federazione Nazionale delle Associazioni Venatorie Riconosciute dalla legge, alla quale si sta lavorando nazionalmente. Tanto più sarà utile se saprà costruire esperienza e consenso attorno alle proposte ed ai progetti messi in campo dai soggetti della Società Civile soprarichiamati.
Il superamento della demagogia e della propaganda sterile nell’associazionismo venatorio è l’antidoto indispensabile a superare la marginalizzazione e la decadenza dello stesso. In un prossimo futuro si porrà il tema dell’individuazione di un nuovo modello associativo che superi anche il sistema di rappresentanza delle attuali Associazioni venatorie che potranno, esse stesse, decidere di essere lasciate alla storia per fondersi e costruire una nuova Associazione altra in grado di interpretare direttamente gli interessi delle specifiche cacce per portarle a sintesi nella gestione faunistica.
La maturità e il valore delle nuove classi dirigenti, anche regionali, che per quanto riguarda l’Arci Caccia del Piemonte, usciranno dalla Conferenza di Organizzazione del 7 marzo, si misureranno anche per la capacità di produrre quegli ammodernamenti alla legislazione
Regionale indispensabili intanto per dare certezza di diritto alla caccia. E’ nel confronto sociale e con le istituzioni che occorrerà, senza equivoci, esprimere la volontà ferma di trovare un nuovo punto di equilibrio con i cittadini e, più specificatamente con gli agricoltori. Saremo recepiti più credibili anche dalle nuove generazioni se sapremo coniugare i diversi interessi di parte in campo per renderli compatibili con il “bene degli italiani”.
ARCI Caccia
Comitato Regionale del Piemonte
( 6 marzo 2015 )