“L’accordo sbandierato sulla stampa locale e nazionale, tra associazioni animaliste e una sigla autodefinitasi rappresentante degli agricoltori in Piemonte, nonostante il can can mediatico, è limitato a un quadro locale. Detto questo, non sottovaluteremo il problema o cercheremo di nasconderlo. Due errori frutto di subalternità e impreparazione al confronto con la società, tipici di suicide culture minoritarie e di corporazioni isolate.
Arci Caccia avvierà un confronto serrato con le organizzazioni agricole piemontesi, per affrontare i temi sollevati dal documento scaturito dall’accordo, per trovare soluzioni comuni che, di contro, vadano nell’interesse degli agricoltori e della gestione faunistico venatoria. Un percorso in cui il Cacciatore Gestore sia sempre più coerente nella sua attività a tutela dell’impresa agricola, dell’ambiente e della biodiversità. Obiettivi raggiungibili con la cultura del fare e non del vietare e del negare l’evidenza di un’agricoltura e di un ambiente che hanno bisogno dell’uomo regista e protagonista.” (Fonte: Arci Caccia).