Gabriele Sperandio, numero uno di Arci Caccia Marche, addebita all’assessore Moreno Pieroni la chiusura dell’attività venatoria nella Marche, nei Siti Natura 2000, disposta dal Consiglio di Stato con Ordinanza del 22.10.2018 e ne chiede le dimissioni. Tale richiesta merita accoglimento perché il Consiglio di Stato ha fondato la decisione sulla assenza, ormai da tempo, di una generale, approfondita, attualizzata, consapevole e generale pianificazione faunistico-venatoria della Regione Marche. L’Arci Caccia ha reiteratamente sollecitato in ogni sede anche per iscritto l’assessore regionale deputato alla regolamentazione dell’attività venatoria ad adempiere al mandato realizzando la routinaria pianificazione faunistico-venatoria, invano.
Solleciti sono pervenuti all’assessore Pieroni Moreno anche dal Vice Presidente Nazionale Arci Caccia Christian Maffei. La chiusura della caccia disposta dal Consiglio di Stato arreca gravi ed irreparabili danni sia all’attività venatoria nella presente stagione 2018/2019 perché preclude a tanti corretti cittadini che hanno pagato le relative imposte ed oneri nella legittima aspettativa di esercitare l’attività per tutta la durata della stagione venatoria, sia agli imprenditori agricoli che inevitabilmente subiranno un ineludibile danno dall’eccessiva presenza di cinghiali a causa della mancanza dell’essenziale prelievo venatorio.
Il tutto è imputabile al Sig. Moreno Pieroni Assessore Regionale alla Caccia per non avere svolto tempestivamente, correttamente e con perizia il relativo mandato. Se avesse attivato il bando per la redazione del piano faunistico-venatorio Regionale, tempestivamente e avesse adottato il calendario venatorio per la stagione 2018 in conformità, non ci sarebbe stata la decisione del Consiglio di Stato e neppure i ricorsi. Se avesse speso il suo tempo in conformità ai principi suddetti invece di dedicarlo ad attività ultronee quale la redazione di presunti statuti degli ATC aderendo acriticamente a cattivi consiglieri non ci sarebbe stata la chiusura della caccia disposta dal Giudice. Chi risarcisce gli agricoltori per i maggiori danni? O i cacciatori per non avere fruito del legittimo diritto all’esercizio dell’attività venatoria? Tali danni sono attuali ed irreparabili ed il loro ammontare è anche rilevante anche se di difficile quantificazione in concreto. Ecco perché l’Arci Caccia non può tollerare la continuazione dell’incarico da parte di chi ha dimostrato di essere privo delle conoscenze e soprattutto sensibilità e rispetto per i bisogni delle categorie sociali suddette e della collettività in generale e della tutela ambientale in particolare.
L’Arci Caccia ha la responsabilità di tutelare i principi fondativi dell’Associazione ed è determinata ad attuarli in concreto mediante la partecipazione alla manifestazione indetta dalla CIA ( Confederazione Italiana Agricoltori Marche) che si terrà il giorno 20 novembre 2018 davanti il palazzo della Regione Marche. La manifestazione a valere quale esempio civile e concreto di protesta contro l’inadempienza dell’assessore alla caccia sig. Moreno Pieroni e il suo Ufficio affinché il medesimo rassegni le dimissioni o gli Organi Regionali competenti provvedano alla revoca dell’incarico. L’Arci Caccia è certa della partecipazione alla manifestazione suddetta da parte di tutti i cacciatori delle Marche, sia quelli più colpiti dalla chiusura della caccia, sia quelli meno colpiti, di ogni federazione, per il dovere solidale intrinseco nell’attività venatoria e relativi valori sociali, ambientali, ineludibili.