Arci Caccia manifesta “un chiaro e forte NO al parco degli Ernici” ed esorta “Difendiamo il nostro territorio dai burocrati di Roma”.
E’ di alcuni giorni fa la notizia con cui i convinti assertori del Parco dei Monti Ernici festeggiavano sui quotidiani locali, una deliberazione della Giunta Regionale sulla istituzione del Parco su citato. Nel precisare che da una attenta lettura della deliberazione, la Regione Lazio non ha deliberato nulla, ma ha solo incaricato di fare degli studi e programmazioni, forse più per accontentare qualche amico professionista che per convinzione e condivisione del progetto, è doveroso però alzare il livello di guardia nel contrastare con forza tale disegno, anche e soprattutto alla luce dei blitz normativi cui la politica ci ha abituato.
Doverosamente mi corre l’obbligo ribadire che le aree protette, cui devono essere ricomprese tutte le aree dove è interdetta l’attività venatoria (spesso i promotori del parco dimenticano questo inciso normativo), debbano essere massimo il 30% della superficie agro silvo pastorale. L’Amministrazione Provinciale di Frosinone, unico ente deputato alla Pianificazione Territoriale ha più volte affermato che la percentuale è al di sopra del 30% , ergo questo Parco non può essere istituito.
Altro motivo per cui il Parco non può essere istituito è che ha bisogno del parere vincolante dei Comuni e delle Comunità locali, finora del tutto ignorate. A tal proposito faccio appello ai Sindaci e agli amministratori dei Comuni che dovrebbero ricadere all’interno del parco a non svendere il proprio territorio per qualche manciata di denari, che una volta terminati lasceranno solo vincoli burocratici cui cittadini, agricoltori e allevatori dovranno subire, pena multe salatissime necessarie a far cassa per pagare i lauti stipendi di Presidente, Direttore e compagnia cantando. Chiedete ai vostri colleghi che già fanno parte di un area protetta come si trovano e le difficoltà che incontrano anche solo ad interloquire con l’Ente Parco.
A tal proposito cito un comunicato congiunto dei Comuni di Trevi nel Lazio e Filettino di qualche mese fa, con cui i Sindaci dei su citati Comuni nel lamentare uno stato di disagio profondo per la convivenza delle comunità con il Parco dei Monti Simbruini, chiudono la lunga missiva con una affermazione molto eloquente sullo stato delle due comunità : “Nel caso in cui le nostre proposte dovessero restare lettera morta e dovesse prevalere l’idea, nei fatti, di trasformare il Parco da ente territoriale a ente demografico, sarà nostro compito mettere in atto tutte le iniziative per portare i nostri comuni a ridurre al minimo la superficie di territorio a disposizione del Parco stesso.”
Giuseppe Gesuale
Presidente la Federazione Provinciale Arci Caccia
( 15 gennaio 2014 )