Siamo arrivati alla fine della vicenda “Calendario Venatorio” con una sentenza che di fatto ha certificato il ricorso della Lac per la sospensione o la riduzione dei tempi di caccia per alcune specie. Riteniamo il giudizio superficiale perché non si è voluto approfondire la documentazione a difesa semplicemente argomentando che “l’Amministrazione Regionale si è discostata dai pareri di Ispra senza offrire una congrua motivazione” e anche perché la sentenza è stata promulgata il giorno successivo al dibattimento e non ha certo sprecato tempo per approfondire le argomentazioni presentate.
Ciò che preoccupa è il ruolo che la corte ha dato ad Ispra molto più importante rispetto a quello stabilito dalla normativa vigente e pur ribadendo il parere obbligatorio ma non vincolante dello stesso afferma “E’ un Istituto tecnico scientifico di diretto supporto dell’Autorità Ministeriale preposta alla tutela dell’ambiente le cui funzioni consultive si ascrivono nella logica di individuare standard minimi ed uniformi di protezione ambientale e come tali ricadenti nella sfera legislativa esclusiva dello Stato”. La corte si è espressa anche sui tempi adottati dalla Regione per l’emanazione del calendario rigettando di fatto il ricorso della Lac su questo punto precisandone la sostanziale correttezza.
Ciò è bastato all’Assessore Rolfi per fare immediatamente un comunicato in cui voleva le scuse da parte delle associazioni venatorie che lo avevano attaccato chiedendone le dimissioni. All’Assessore Rolfi, peraltro già noto per i suoi non provvedimenti nel periodo Covid, diciamo con molta chiarezza che se il calendario fosse stato fatto in termini normali ai primi di agosto, così come sollecitato, la caccia non sarebbe stata chiusa ed i cacciatori non avrebbero perso dieci giorni di attività venatoria. Quindi ribadiamo la richiesta di dimissioni e contemporaneamente che sia lui a chiedere scusa ai cacciatori.
Nel frattempo le varie associazioni venatorie sono andate come al solito “sparpagliate” di fronte alla richiesta condivisa di un comunicato comune ci siamo trovati di fronte a Libera Caccia e Federcaccia che, ciascuna per proprio conto, hanno voluto mettersi in mostra per prime. Quasi che fare un comunicato prima degli altri possa far raccattare qualche tessera in più. Alla faccia della sbandierata unità.
Noi come Arci Caccia, nel ribadire l’esigenza di un Piano Faunistico Venatorio Regionale che stabilisca linee guida serie per la gestione della fauna selvatica in Lombardia, usciamo dopo questa sentenza con alcune certezze che ribadiscono ancora di più ciò che sosteniamo da sempre: la necessità di avere a disposizione dati scientifici certi ed omologati da studiosi affidabili per controbattere quelli di Ispra e quella di capire che senza un tavolo comune di discussione che individui i temi più critici e importanti per l’attività venatoria non si va da nessuna parte. Se vuoi andare veloce vai da solo ma se vuoi andare lontano vai in compagnia (Fonte: Arci Caccia).