Arci Caccia Lazio. Con le riforme istituzionali e i conseguenti trasferimenti di competenze dalle provincie alle regioni di molte funzioni, tanti utenti con le loro necessità problematiche risposte si troveranno in un limbo di incerta durata fino a quando tale riorganizzazione funzionale non si completerà.
Tra questi utenti ci sono tutti gli appassionati del mondo venatorio che perdono un punto di riferimento strategico come la Provincia, che raggruppava le peculiarità di questo mondo nel contesto del territorio dove veniva esercitato.
Non sono qui a difendere o denigrare delle norme di riforma che sono necessarie in un contesto di semplificazioni istituzionali. Ma ribadisco un concetto: è estremamente pericoloso trasferire competenze, personale, funzioni, responsabilità di una pubblica amministrazione in altra struttura pubblica non ancora pronta a ricevere la complessità di fatti amministrativi estranei alla sua attuale funzione. Tale situazione se ben pianificata non avrebbe creato nulla di disagevole particolarità ma così purtroppo in terra di Tuscia non è.
Forse non si è pensato che la provincia come ente di programmazione territoriale ha emanato delibere regolamenti che hanno pianificato attività che ad oggi con tale passaggio di competenze alla regione non si ha più la certezza della loro valenza e applicabilità.
Tali atti amministrativi in molti casi rappresentavano non solo un modo di organizzare una attività, ma detti atti tenevano conto delle peculiarità caratteristiche su dove venivano applicati non snaturando il naturale contesto. Oggi in uno scenario dove vede la regione, sicuramente più attrezzata per la sua dimensione e caratteriste organizzativa sarà capace di far ciò?
Entrando nel merito per fare un esempio, i tesserini venatori saranno ancora dati dai comuni, associazioni o dovranno essere consegnati ai cacciatori in qualche ufficio regionale ancora da definirsi?
La tassa provinciale che veniva pagata dai cacciatori sarà pagata ancora alla provincia che poi la verserà alla regione, ma la finalità di qui soldi nel mare magnum regionale sarà lo stesso per le attività a cui erano destinati?
Gli attuali Atc eletti con la provincia in piena attività che hanno fatto della stessa punto di riferimento per i propri atti e il conseguente controllo, acquisiranno quella programmazione per cui sono stati istituiti o saranno gestiti dalla regione con indirizzi di carattere generale?
Quanto tempo ci si metterà con la burocrazia Regionale per rilasciare una licenza di pesca, un tesserino per i funghi, per mettere in piedi una commissione esaminatrice per acquisire una licenza di caccia e quando la stessa ci metterà per essere consegnata?
Dulcis in fundo tutti i regolamenti per la caccia di selezione, della caccia al cinghiale, che non hanno più la loro efficacia, come impatteranno su tali specificità che vivono solo perché esistono delle regole certe.
Il caos regnerà sovrano, tenendo conto che ci sono otre 100 squadre di caccia al cinghiale che da ieri non hanno più le zone di caccia assegnate e non sapranno a chi consegnare la domanda per la presentazione della squadra in scadenza il 30 giugno.
Ad oggi se la Regione non prende in mano la situazione e comincia immediatamente ad operare vivremo una stagione venatoria nel caos più assoluto, magari con un calendario venatorio ma con gradi difficoltà per praticarlo.
Ma la Regione deve essere prudente perché omogenizzare regolamenti o altri atti senza tener conto delle caratteristiche agro-silvo-postorale sarebbe un dramma irreversibile in quanto Viterbo è diversa da Latina come Frosinone da Rieti per non parlare di Roma.
Per tanto spero che l’assordante silenzio di chi rappresenta il mondo venatorio esca allo scoperto, in quanto le rendite di posizione non portano più da nessuna parte, e rivendichino i diritti dei cacciatori.
Esorto i consiglieri regionali eletti in terra di Tuscia a sollecitare la Regione che ponga in essere con celerità tutti quegli strumenti che possano mettere in condizioni tutti i cacciatori del Lazio di poter vivere la propria passione nel rispetto dell’ambiente della loro cultura mantenendo in essere quelle esperienze che fin qui hanno dato stabilità e trasparenza in questo mondo.
Luigi Casarin
Presidente Arci caccia
( 12 aprile 2016 )