Occorre pertanto dare nuovi orizzonti alle iniziative del mondo venatorio. Sollecitiamo una urgente convocazione da parte della Regione Lazio per avviare la discussione sul nuovo Piano faunistico venatorio (il cui iter amministrativo è già in essere) che definisca vocazioni, equilibrio faunistico per le varie specie, e l’indispensabile calcolo del “territorio agro silvo pastorale”.
Sollecitiamo altresì dal Legislatore nazionale:
una nuova definizione del concetto di “arco temporale massimo” per le singole specie;
una validazione da parte dell’ISPRA dei vari Istituti scientifici regionali, in primis le università, per una nuova fase di studi sulla fauna in Italia “stanziale e migratoria” – il mondo venatorio non teme la ricerca scientifica;
una revisione dell’art. 19 della legge 157/92 mirante ad introdurre la figura del “cacciatore coadiutore” per le attività di controllo di alcune specie di fauna al fine di prevenire danni all’agricoltura e per la tutela della biodiversità;
superamento dell’isolamento incredibile nel quale si è trovata l’Italia rispetto a tutti gli Stati del Mediterraneo in fase di revisione della direttiva europea sulle specie migratrici.