Proposta Bruzzone
Anche Arci Caccia ha voluto dire la sua in merito alla questione degli emendamenti sulla caccia al Dl “Agricoltura”. Ecco il punto di vista dell’associazione venatoria: “È con molto rammarico che ci rendiamo conto che, anche stavolta, c’è toccato in sorte il ruolo del grillo parlante. Si salva molto poco della originaria proposta Bruzzone di modifica della legge numero 157/92. La sbandierata rivoluzione della caccia si è trasformata nella peggiore presa in giro elettorale mai vista, e possiamo solo definire patetici i tentativi di dare la colpa all’ostruzionismo dei cinque stelle quando il governo, con un atto politico inequivocabile, si è schierato contro gli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza. Certo, molte delle proposte ci lasciavano scettici, o sul piano del merito o del metodo, altre le condividevamo, ma comunque eravamo certi che questa sarebbe stata la conclusione della vicenda”.
Delusione e amarezza
“Poche modifiche, quasi tutte riguardanti il cinghiale, un finale che non soddisfa nemmeno l’Onorevole Bruzzone, che ci sembra sinceramente deluso ed amareggiato. Purtroppo, l’unica considerazione possibile è che in Italia, quale che sia il colore del Governo, non ci sono i presupposti per cambiare in meglio la 157/92, al netto di pasticci come la famosa “comunitaria” e la più recente vicenda dell’art 19”.
Entusiasmi prematuri
“Continuiamo a pensare che la 157/92 sia un’ottima legge, che rappresenta ancora, nonostante siano passati più di trent’anni, il miglior compromesso a tutela della caccia e dei cacciatori. Speriamo che chi nel mondo venatorio, come era già successo ai tempi della comunitaria nel lontano 2009, si è lasciato nuovamente andare ad entusiasmi prematuri, rifletta meglio in futuro. Noi, continuiamo a chiedere la relazione sullo stato di attuazione della legge, l’aspettiamo da trent’anni, consapevoli che solo questo strumento sarebbe in grado di dirci se e dove intervenire con correzioni. Così potremmo smettere di dire: ve l’avevamo detto”.