Le motivazioni scientifiche giungono direttamente dalla Francia e dai cacciatori delle nazioni dell’Est, secondo i quali la beccaccia ha avuto molte difficoltà riproduttive nei luoghi di nidificazione. Anche i monitoratori russi hanno parlato di una bassissima percentuale riproduttiva e i dati francesi e britannici stanno confermando questo trend. La maggiore preoccupazione deriva dal fatto che la proporzione dei giovani dell’anno inanellati in Russia semba essere la più bassa degli anni Duemila, comprendendo nel periodo anche gli anni con forte siccità.
Arci Caccia Umbria ha quindi voluto informare i cacciatori di questo accaduto, nonostante i cicli alti e bassi esistano da sempre. L’invito rivolto al mondo venatorio umbro è quello di diminuire i prelievi in maniera drastica, soprattutto se le condizioni climatiche dello scorso mese di gennaio si dovessero ripresentare.