Il Piano di Gestione della Tortora Selvatica, la mancanza del quale ha causato l’esclusione di questo selvatico dai calendari e dalla pre-apertura nella scorsa stagione, ha finalmente superato l’ostacolo della Conferenza Stato Regioni, che l’ha approvato il 26 ottobre. Adesso, tocca ad Ispra e Ministero accogliere le richieste della Conferenza e procedere con l’approvazione in tempo per l’inserimento nei Calendari Venatori 2022/23. Dalla lettura del piano emergono alcuni spunti interessanti: primo le prescrizioni riguardo l’attività venatoria sono pochissime ed in gran parte già assolte, quantomeno dalle Regioni più virtuose.
Secondo, visti i dati di abbattimento, la caccia in Italia non ha impatto sulle popolazioni di Streptotelia Turtur. Terzo, che occorre più scienza vera, con dati certificati e validati dal mondo scientifico ufficiale. Quarto, che molto spazio viene dato, invece, a tutta una serie di prescrizioni, volte a modificare l’ambiente per renderlo più favorevole a questi animali.
Quest’ultimo punto, in particolare, attira la nostra attenzione, in quanto, molte delle “richieste gestionali”, non solo ci trovano d’accordo, ma hanno trovato casa, in tempi non sospetti, in molti dei nostri documenti, primo fra tutti quello approvato dal Congresso. Dicevamo che il primo scoglio è stato superato, adesso sta al MITE, e al Ministro Cingolani, portarlo all’approvazione definitiva prima possibile. Innanzitutto per il bene della specie e perché, con la sua applicazione, la tortora possa tornare a far parte dei calendari venatori (Fonte: Arci Caccia).