Ebbene, non possiamo non pensare che, i fondi usati da Regione Veneto per difendersi dall’annuale attacco legale animalista, in tempi di emergenza, avrebbero sicuramente trovato migliore impiego. Dobbiamo, inoltre, ribadire che la caccia è un’attività a basso livello di contagiosità (si svolge in forma singola e all’aperto) che è già soggetta a numerose restrizioni in Italia, in special modo nelle zone arancioni e gialle, mentre continua senza problemi, nel rispetto delle norme anticontagio, nella stragrande maggioranza dei paesi europei. Ancor più grottesco ci pare il comunicato dell’associazione LAV. Per i sedicenti paladini dell’antivivisezione, animalisti fino all’osso, che fanno dell’antispecismo una bandiera, la diffusione della Peste Suina non è un problema, in quanto malattia non trasmissibile all’uomo.
Avete capito bene, visto che a morire saranno solo i cinghiali e i suini degli allevamenti, il problema non sussiste, e quindi è inutile mettere in atto i protocolli di contenimento del virus. Pur di far dispetto ai cacciatori e agli allevatori può andar bene che un intero settore economico cada in ginocchio e che migliaia di capi di una specie selvatica muoiano inutilmente. Finito di leggerequesti contenuti, vedrete che anche voi, come noi, sarete convinti del fatto che i cacciatori sono i primi tra gli ambientalisti, naturalmente in prima linea nella salvaguardia della natura. Al contrario, coloro che dichiarano la tutela dell’ambiente come scopo, riescono solo ad arroccarsi su posizioni ideologiche e intransigenti che rischiano di danneggiare, più che di salvaguardare, ciò che ci si era prefissi di difendere.