Come riferito dall’Arci Caccia provinciale di Grosseto, la stagione 2019-2020, complice un clima pazzo che, a un ottobre caldissimo ha fatto seguire un novembre incredibilmente piovoso, non ha favorito la migrazione e poi la sosta degli uccelli nella provincia toscana. Per questo, i cacciatori, che aspettavano i tordi per rifarsi degli scarsi carnieri di stanziale dei primi giorni, sono rimasti delusi. In questo clima di generale scoraggiamento regge solo la caccia al cinghiale in braccata, l’attività venatoria più tradizionale per quel che riguarda la Maremma.
Adesso però, una nuova minaccia si affaccia all’orizzonte, la prospettiva di veder autorizzate “per decreto” nuove Aziende Faunistico Venatorie e Aziende Turistico Venatorie che toglierebbero centinaia di ettari alla caccia pubblica. Questo per un colpo di mano di alcuni Consiglieri Regionali, che hanno disposto questo provvedimento in spregio di qualsiasi considerazione tecnico scientifica e senza aspettare l’approvazione di un piano faunistico che ormai sta prendendo forma, rischiando di produrre squilibri e danni gravi al territorio in questione.
Per questo Arci Caccia Grosseto chiede che il provvedimento venga immediatamente corretto e che le richieste di nuovi istituti privati vengano vagliate in sede di approvazione del Piano Faunistico, senza scorciatoie, come prevedono la legge e il buon senso.