Sirio Bussolotti, presidente regionale di Arci Caccia Toscana, e Sisto Dati, vicepresidente nazionale di Libera Caccia hanno diffuso un comunicato congiunto. Ecco il testo: “Abbiamo appreso con un certo stupore la notizia del ricorso presentato da URCA Nazionale contro il piano di prelievo di femmine e piccole di capriolo. La nostra associazione, lungi dal voler contestare le sensibilità etiche dei selecontrollori, ha sempre combattuto il metodo, proprio del mondo animalista, di voler fare gestione con le carte bollate.
Sicuramente la magistratura si occupa troppo di governare la caccia e troviamo estremamente negativo che sia un’associazione di cacciatori ad incrementare questo malcostume che fino ad oggi era appannaggio di altri settori. Quella del confronto e del dialogo, almeno per noi, è sempre la via maestra da portare avanti. Oltretutto, ci sentiamo di condividere il filo guida degli interventi dei responsabili di CIA e Confagricoltura, che poi è il medesimo che abbiamo letto nel sentito intervento di Roberto Vivarelli, presidente dell’ATC Siena Nord. C’era bisogno di bloccare il prelievo proprio adesso, con i campi pieni di messi mature? L’uva e i cereali estivi, sono in procinto di essere raccolti e siamo nel momento di massima vulnerabilità per i danni. C’era bisogno di creare una frattura così profonda con gli agricoltori?
E soprattutto, chi pagherà l’eventuale incremento dei danni? Qui abbiamo una risposta: i cacciatori, come sempre. Non contestiamo il merito della diatriba, molto probabilmente anche in questo provvedimento c’è materia di riflessione, ma il metodo, applicato senza tenere conto delle conseguenze. Per questo abbiamo accolto con grande piacere l’intervento del Presidente Regionale URCA Carlo Ballerini, che prende le distanze dal “Colpo di mano” del Presidente Nazionale URCA Antonio Drovandi, Vice Presidente di Federcaccia Pistoia e dirigente di Federcaccia Toscana, che avrebbe di sua iniziativa presentato il ricorso al TAR. Invitiamo, come fatto in precedenza, la Regione ad applicare quella concertazione con le Associazioni Venatorie che negli ultimi anni è mancata. I cacciatori hanno idee ed esperienza che, se ben usate, possono aiutare a trovare soluzioni”.