Regolamenti della Toscana: tante positività, rimane però qualche ombra
La Regione Toscana ha recentemente riformato la propria Legge Regionale sulla caccia grazie all’apporto costruttivo e propositivo scaturito dalle proposte dell’Arci Caccia spesso condivise dalla larga parte del mondo venatorio Toscano. Recentemente è giunta a termine anche la revisione dei regolamenti attuativi; si tratta di un lavoro estremamente complesso e molto articolato sotto il profilo tecnico che ci ha visti anche in questa fase impegnati a risolvere alcune carenze che l’esperienza aveva evidenziato. Il nostro giudizio sui contenuti del nuovo testo è sostanzialmente positivo.
Non abbiamo nascosto tuttavia alcune ombre che purtroppo non sono state del tutto fugate dal nuovo articolato. In particolare a nostro giudizio si potevano fare scelte diverse sul tema della mobilità venatoria e sulle modalità di accesso agli ATC toscani dove il rischio è quello di ampliare troppo un sistema di mobilità interna sufficientemente garantito a discapito di un serio e proficuo rapporto tra cacciatore e territorio quale base imprescindibile per la buona gestione degli ATC. In questi giorni sta “montando” una ulteriore polemica relativa alla caccia di selezione e soprattutto a quella parte del regolamento che consente ai cacciatori anche non abilitati di poter abbattere una quota di capi in selezione in accordo con il singolo selecontrollore e l’ATC, per una quota massima del 30% del piano di abbattimento.
La posizione della nostra associazione è stata ampiamente spiegata lo scorso anno nel Convegno Nazionale di Siena nel quale mettemmo in evidenza un tentativo sbagliato teso a sgretolare la cultura della caccia di selezione per approdare a forme pseudo consumistiche del prelievo dei capi e relativa commercializzazione. Questa posizione, nonostante la nostra ferma opposizione e quella della stragrande maggioranza dei cacciatori di selezione è andata comunque avanti. Il nostro impegno ieri come oggi sarà quello di evitarne l’applicazione da parte di provincie ed ATC. La scelta non ci appartiene e neppure l’incultura che ci sta dietro.
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