In una lettera aperta alla Provincia di Siena e a tutti gli organi competenti, Arci Caccia e Federcaccia Toscana criticano aspramente il comportamento degli animalisti al Consiglio Provinciale.
“Indegna gazzarra” quella inscenata da un gruppo di animalisti al Consiglio Provinciale di Siena nel corso della seduta del 16 aprile scorso; invece di un pacifico e costruttivo confronto gli animalisti hanno solo saputo insultare, offendere e minacciare le controparti intervenute per discutere sul contenimento della Volpe nel territorio provinciale. Forti le critiche delle Associazioni Venatorie intervenute, Arci Caccia e Federcaccia Toscana sul comportamento degli animalisti dettato da un ideologismo utopistico senza alcuna congnizione della realtà.
Di seguito il testo della lettera congiunta delle Associazioni Venatorie Arci Caccia e Federcaccia Toscana sulla situazione incresciosa venutasi a creare durante la seduta del Consiglio Provinciale di Siena:
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Lettera aperta
Siena 17 aprile 2013
– al Presidente della Provincia di Siena
– all’Assessore alla caccia della Provincia di Siena
– ai Gruppi Consiliari della Provincia di Siena
– all’Assessore alla Caccia della Regione Toscana
– ai Gruppi Consiliari della Regione Toscana
– agli ATC della Provincia di Siena
– alle Organizzazioni degli Agricoltori di Siena
L’indegna gazzarra inscenata ieri da un gruppetto di animalisti nella sala del Consiglio Provinciale di Siena testimonia, una volta di più, che con questa gente non è possibile alcun confronto.
Non hanno idee. Non hanno proposte. Non ne hanno mai avute. Gli appartiene solo un’intolleranza grigia ed incolta che rimanda ai periodi più bui della storia dell’Europa e del mondo.
Urlano, offendono, minacciano perché per loro il contesto civile e democratico è cosa ignota , la discussione è concetto estraneo (ammesso che la nozione di concetto abbia per costoro un qualche significato), temono che ogni interlocuzione avrebbe il solo effetto di rendere evidente agli occhi di tutti la loro pochezza.
Non sorprendono, dunque, i loro comportamenti. A sorprendere, semmai, è che le loro azioni e provocazioni abbiano trovato ascolto da parte di esponenti della politica e delle Istituzioni, che decisioni sacrosante siano state contestate e che delle stesse si sia ipotizzato il ritiro, nonostante la piena legittimità e la più che documentata necessità.
Noi abbiamo compreso lo spirito positivo che ha spinto la Giunta dell’Amministrazione Provinciale alla moratoria, per un breve periodo, sul contenimento della volpe col metodo della tana. Il tentativo di ragionare, di evitare attraverso il confronto inutili conflitti, di liberare il terreno da argomentazioni dogmatiche ed improprie che niente hanno a che vedere con l’esercizio della funzione di governo del territorio.
La rissa di ieri in Provincia dimostra tuttavia che il tentativo era una missione impossibile e che l’intento, pur apprezzabile, dell’Amministrazione non aveva alcuna possibilità di conseguire il risultato auspicato.
Devono adesso tornare a prevalere le ragioni del governo del territorio e la responsabilità degli organi competenti, l’Amministrazione Provinciale, nel confermarle e sostenerle dando definitiva attuazione alle disposizioni già emanate, nella loro integrità.
Ogni diverso esito, ogni pur parziale arretramento o rinvio dei piani di prelievo e controllo della volpe assumerebbe l’amaro sapore del cedimento al ricatto ed alla minaccia della gazzarra, significherebbe che basta la scalmanata ed incivile protesta di sparuti gruppetti ad annullare decisioni legittime ed ampiamente condivise.
Significherebbe darla vinta ad un animalismo fuori dalla realtà, che agita messaggi ideologici senza minimamente preoccuparsi di fornire risposte alle istanze del mondo agricolo e all’interesse generale.
Ogni diverso esito assumerebbe inoltre il significato del disconoscimento, svilimento, delegittimazione di quanti con impegno e competenza hanno finora garantito il loro apporto nei programmi di gestione della fauna e del territorio.
Il rischio di una paralisi nella gestione della fauna selvatica diventerebbe a quel punto reale e drammatico, verrebbe incoraggiato il disimpegno e colpite, al contrario, la volontà e la disponibilità dei tanti, per primi i cacciatori, che da sempre prestano la loro opera per il bene del territorio e della comunità.
Questo sì, nella citta del Palio che ha saputo difendere con orgoglio la propria storia ed il diritto dei cittadini a continuare a viverla da protagonisti, sarebbe intollerabile.
Federcaccia Siena
Arcicaccia Siena
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( 18 aprile 2013 )