Arci Caccia e FIdC insieme a San Miniato, in provincia di Pisa, ad un convegno per parlare del cacciatore e del suo ruolo.
Una necessità di coesione rimarcata anche dei presidenti provinciali di Federcaccia e Arcicaccia Marco Salvadori e Manolo Panicucci, ma soprattutto dall’appello appassionato del presidente nazionale di Federcaccia Gian Luca Dall’Olio: «Perché la frantumazione ha polverizzato la nostra identità – ha spiegato Dall’Olio – con effetti negativi sulla nostra immagine presso l’opinione pubblica e nei confronti dello Stato e delle Istituzioni. L’unità del mondo venatorio è un passaggio indispensabile, perché permetterebbe anche una diversa consapevolezza del nostro ruolo, che non può essere considerato ancora come una semplice attività ludica.
Il cacciatore deve tendere a preoccuparsi e occuparsi di tutta la fauna, dell’ambiente e della biodiversità nel suo complesso. Solo così potremo rigenerare la percezione che la società ha del nostro mondo». Un mondo, tuttavia, in gran parte non conosciuto, come sottolineato in apertura dal segretario della Federcaccia di San Miniato Piero Taddeini, che ha coordinato il dibattitto. “I sondaggi – ha spiegato dati alla mano – dimostrano che la percentuale di persone contrarie alla caccia è proporzionale alla scarsa conoscenza dell’argomento. Serve un cambio immediato, con strategie e mentalità nuove. Taddeini ha quindi ricordato il ruolo delle associazioni nel controllo degli ungulati, nella tutela delle attività agricole, nonché i progetti portati avanti sul territorio di San Miniato insieme all’amministrazione: dai kit di pronto soccorso nelle zone rurali fino alle iniziative di conoscenza con le scuole”.
Uno sforzo di apertura al territorio, anche per superare quella che il vicepresidente nazionale di Arci Caccia, Massimo Logi, ha definito come “l’autoreferenzialità del cacciatore, che da adesso – ha aggiunto – dovrà riuscire a mandare un messaggio convincente, anche ai giovani, unendo tradizione e modernità”. Un ruolo, quello del cacciatore, su cui non ha dubbi l’assessore regionale allo Sviluppo Rurale Gianni Salvadori, che ha lanciato però un campanello d’allarme sullo “squilibrio ambientale creato dagli ungulati e da alcune specie di uccelli – ha detto Salvadori – che stanno causando un danno alla natura. Sarà un problema da affrontare con decisione”.
Interessante, sull’argomento, l’intervento del professore Natale Emilio Baldaccini dell’Università di Pisa e membro del CIRSeMAF, che ha analizzato il rapporto tra caccia e biodiversità, sottolineando come agricoltura, conservazione e attività venatorie siano «le tre gambe» dell’equilibrio ambientale. Ad accompagnare e alleggerire il dibattito c’era anche la matita del noto vignettista satirico Giuliano Rossetti, che ha regalato alcuni schizzi di umorismo dedicato alla caccia. Un’attività sana e salutare a detta del presidente nazionale dell’Associazione italiana allenatori Renzo Ulivieri: “Attività che si lega alla salute – ha detto – intesa non soltanto a livello fisico, ma come salute mentale e sociale”.
Non poteva mancare, infine, anche un occhio alla gastronomia, attraverso i consigli culinari del presidente dell’Associazione Ristoratori di San Miniato Marco Nebbiai, che ha collaborato alla realizzazione di un piccolo ricettario sulla selvaggina distribuito al convegno. Tra i presenti anche l’assessore comunale alle attività faunistico-venatorie Giacomo Gozzini e il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, il vicepresidente regionale di Federcaccia Claudio Tani in rappresentanza del Presidente Moreno Periccioli, assente per improrogabili impegni, il presidente regionale di Arcicaccia Fabio Lupi, il presidente nazionale dell’Enci Francesco Balducci. Da sottolineare la presenza di giovani ragazzi e ragazze, a testimonianza ulteriore che la caccia sa anche essere al passo coi tempi.
18 novembre 2013
Federcaccia – Arci Caccia