Arci Caccia e Federcaccia Siena replicano a Pro Cinghiale per le accuse in merito alle responsabilità dell’attuale disastro faunistico del territorio senese.
Il merito, viceversa, è di quelle Associazioni che, ieri come oggi, preservando gelosamente la loro autonomia ed il loro prestigio (oltre che una larghissima rappresentanza) hanno saputo indirizzare e correggere scelte e determinazioni sbagliate che erano state prodotte sin qui. Vi sorge mai il dubbio che siano state proprio la nostra credibilità, il nostro senso delle Istituzioni, la nostra natura rispettosa e responsabile ad aver contribuito a raddrizzare la barca? Per essere rigorosi, fermi e, soprattutto, per difendere le prerogative della caccia e i diritti di chi la pratica, non occorre essere urlatori, apparire come degli antisistema od ostentare una superiorità morale che certo non appartiene a voi che la rivendicate.
Da questa vicenda l’unica cosa che emerge in tutta la sua chiarezza è che la Pro Cinghiale non ha alcun peso decisionale nelle scelte che vengono compiute; e questo non perché qualcuno, a differenza di altri, può vantare qualche “santo in Paradiso”, quanto perché non sono mai state da voi avanzate soluzioni praticabili, rispondenti agli interessi generali e completamente prive di un respiro complessivo. Non poteva che essere così, visto che questa Associazione nasce esplicitamente su rivendicazioni corporative che fanno tutt’uno con l’organizzazione di riferimento, la Confavi, che in quanto a battaglie sbagliate e perdenti per la nostra passio ne può vantare il primato assoluto.
Visto i risultati ottenuti, abbiamo fatto bene a fuoriuscire dagli ATC; non certo una bella alzata d’ingegno, quanto semmai l’apertura di una fase nuova che ha “costretto” la Provincia a riaprire un tavolo di confronto serrato che ha rimesso sui binari giusti un treno che stava definitivamente deragliando. La Pro Cinghiale (che noi avevamo indicato come “illusionisti” e non come “venditori di pentole”, essendo questo appellativo più rispondente a chi ha inviato a casa dei cacciatori decine di migliaia di lettere per (s)vendere le tessere), tifa esplicitamente per il “tanto peggio tanto meglio”, desidera il deragliamento finale per il solo gusto di alzare un po’ di polverone e passare per gli unici ad essere fieri ed immacolati.
Siccome, cari signori della Pro Cinghiale, noi siamo organizzazioni e persone perbene, la fierezza la sentiamo fino in fondo, almeno quanto voi; fieri di essere organizzazioni che pensano, fanno proposte, studiano e si confrontano, magari sbagliando anche, ma sempre nell’onestà e nella trasparenza degli obiettivi da raggiungere. Fieri anche di essere fuori moda, convinti come sia mo che la serietà dei comportamenti, alla lunga, vincerà sui professionisti dell’urlo.
( 15 settembre 2014 )
Arci Caccia – Federcaccia