Come reso noto dall’Arci Caccia, a Grosseto c’è qualcosa di strano nella gestione degli interventi di controllo del cinghiale. Sia nell’ATC 6 che nel 7, purtroppo si sono create situazioni poco chiare che a nostro avviso necessitano dell’intervento della Regione. La pianificazione e l’organizzazione degli interventi, infatti, sono nelle mani di un gruppo ristretto di persone e questo ha portato all’instaurarsi di situazioni clientelari che non sono compatibili con l’amministrazione del bene pubblico.
Infatti, gli interventi vengono eseguiti sempre dalle stesse persone, nonostante a disposizione degli ATC ci siano lunghi elenchi di cacciatori abilitati che non aspettano che di essere coinvolti. Purtroppo, l’impressione è che questo malcostume vada a beneficio di qualcuno, magari a fini di tesseramento. Altra cosa grave è la spinta, particolarmente forte nell’ATC 7, a trasformare le ZRC in ZRV, strumento di gestione molto meno potente, ma con il pregio di avere una prassi più semplice per la realizzazione degli interventi (infatti, non c’è un comitato di gestione da interpellare ma l’ATC ha la gestione diretta).
Ci si chiede, inoltre, che fine abbia fatto la direttiva della Regione Toscana che stabiliva la possibilità di far intervenire le squadre dopo un intervento all’aspetto. La braccata, vista l’efficacia maggiore, dovrebbe essere la tipologia di intervento privilegiata, ma evidentemente a qualcuno fa più comodo fare diversamente. Per questi motivi, l’associazione si appella alla Presidenza della Regione e all’Assessore Remaschi, sollecitando un intervento chiarificatore, per la nostra associazione tutte le cacce hanno pari dignità e la gestione, specialmente quella che passa per le ZRC sono un tema centrale che non può essere usato da qualcuno per scopi poco chiari.