L’ ARCI Caccia aveva affidato ad un legale l’azione per il rispetto delle normative. Purtroppo erano state altre associazioni venatorie a sostenere confuse proroghe d’iscrizione agli ATC per i soliti non nobili interessi di “parrocchia” che nulla hanno a che vedere con i cacciatori e la loro passione per l’attività, l’arte della caccia. Il 19 luglio la Regione ha ritirato il provvedimento a dir poco equivoco dando ragione ai cacciatori che rispettano la legge e all’ARCI Caccia che li difende.
Ricordiamo con l’occasione ai cacciatori di rispettare il termine del 2 agosto per il pagamento della quota d’iscrizione per non incorrere nella “decadenza” del diritto di caccia nell’ATC prescelto. Intanto diciamo loro: respiriamo la “buona aria” che ci accompagnerà alla possibilità di addestramento dei nostri amici cani da caccia tra pochi giorni e poi all’”apertura” della nuova stagione venatoria, festa di tutti i cacciatori e della natura.
Noi dell’ARCI Caccia siamo ottimisti: lentamente la caccia con un percorso non facile recupera qualche consenso nell’opinione pubblica (dati Eurispes), di contro l’animalismo integralista perde qualche colpo. Come dimostrato anche con l’iniziativa SOS Gabbiani la risposta è la gestione della fauna. Si apre la strada a che la selvaggina possa diventare un patrimonio dei territori e delle campagne ma anche delle tradizioni alimentari per merito degli agricoltori.
L’augurio è che le associazioni venatorie traggono insegnamenti da questa esperienza utili per il loro operare nella tutela dei cacciatori. Trasparenza, legalità e priorità d’interessi: prima la caccia poi la tessera possono essere il migliore viatico ad una federazione delle associazioni venatorie nazionali. Una sana e durevole unità produttiva presupposto di fertili iniziative di collaborazione con gli agricoltori.
( 25 luglio 2016 )
Arci Caccia Campania