Calendari venatori – I cacciatori, così come i cittadini hanno bisogno di certezze e di relazioni stabili e produttive con la Società per concorrere al benessere del Paese. Da questo può scaturire un nuovo e solido riconoscimento a quella parte dell’associazionismo venatorio che ne sarà promotore per vincere la sfida per il futuro.
La “pubblicità ingannevole” prodotta in questi anni da alcune Associazioni, ha concorso ad innalzare “barricate” verso l’opinione pubblica e ha contribuito ad allontanare le nuove generazioni. Non riusciamo a promuovere attenzione positiva. La diagnosi e la terapia sembrano condivise nei documenti nazionali, poi quando si scende nei territori, si torna talvolta a false promesse arricchite da misere argomentazioni. Autoconvincersi della centralità delle proprie Associazioni è “mettere la testa sotto la sabbia”, è riproporre un passato tanto remoto quanto velleitario per l’isolamento nel quale ha precipitato le Associazioni. I rapporti con l’Europa, con Governo, Parlamento e Regioni non hanno bisogno di essere commentati: la marginalizzazione è palese. Il TAR del Veneto, confortato dalla Corte Costituzionale, ha ricordato alle Associazioni nazionali, compiti che non si possono delegare a nessuno.
Occorre tornare alla politica del confronto anche per risolvere, in via definitiva, il problema dei Calendari Venatori rinfocolato dalla “Famigerata” norma voluta da Associazioni altre dall’ARCI Caccia, quelle che hanno combattuto la crociata ideologica per la “illusoria” modifica dei tempi della L. 157/92, inserita nella Comunitaria approvata nel 2010. Altro che prospettiva di calendari venatori “più lunghi”! La conclusione è stata la normativa che ha prodotto sei anni di aggravamento del contenzioso nelle Regioni. E’ davvero da “imbonitori” essere stati causa del male dei “Calendari venatori” e oggi rivendicare “verginità”! In attesa che il Governo ed il Parlamento e la stessa Europa chiariscano il dilemma delle competenze apertosi con alcune Regioni, noi continuiamo a chiedere al Governo di coinvolgere le Associazioni venatorie, e ci siamo rivolti alla Magistratura Amministrativa in modo unitario, per avere il supporto di ordinanze favorevoli. Le sentenze positive ottenute in Toscana e in Liguria hanno bisogno di trovare accoglimento in legge per dare certezze. Il compito delle Associazioni è “aborrire” il passato fallimentare e costruire il futuro della rete di amicizie per dare legislazioni valide e durature, superando il cortocircuito attuale. Nelle Regioni, laddove si è riusciti ad usare ragionevolezza e capacità di sintesi tra i portatori di interesse, a partire dagli agricoltori, si è fatta cosa utile. I “reduci”, gli ideologi delle “guerre sante” fanno guai. Altro che invocare di cacciare “il combattente”! Noi lo proporremo quando qualcuno risponderà ad una prima semplice domanda: chi l’ha visto?
L’orgoglio venatorio saggio è interpretato da chi è al lavoro per ottenere un risultato non di poco conto: che si sappia quando inizia e finisce la stagione venatoria 2016/2017. Obiettivo da realizzare in molte Regioni, se possibile in tutte. Non vogliamo più mille sospensioni della caccia ordinate dai Tribunali Amministrativi! Apprezziamo le Regioni che hanno operato con soluzioni diverse ma con chiarezza e onesta di prospettiva. Tra queste la Regione Campania, ma anche la Liguria la quale grazie a restrizioni a gennaio di giornate e carniere, ha permesso di sconfessare davanti ai Tribunali l’intervento a “gamba tesa” del Governo per ben due volte, e nel merito.
La certezza di competenze, in materia di “calendari venatori” così come decretata dal TAR, alla Toscana, deve trasformarsi in leggi inoppugnabili. Il parere del Comitato Tecnico Faunistico della Campania ha fatto proprie queste considerazioni. Risultato: si andrà a caccia come lo scorso anno con una ancora più solida convinzione che, nel 2016, non dovrebbero essere i Tribunali a cambiare le regole.
I pochi rappresentanti del mondo venatorio che sono rimasti in minoranza nella riunione del Comitato Tecnico Faunistico non li citiamo per l’amore che portiamo alla causa della caccia. Urlano, sbraitano, offendono. Sintomo di pochezza, maleducazione ed impotenza così che continuano a parlarsi addosso. Il primato del loro agire non è la salvaguardia degli interessi dei cacciatori, che continuano a diminuire, anche perché con le loro piazzate, le loro volgarità i signori della demagogia screditano i cacciatori e non fanno che renderli residuali agli occhi della Società e non combattenti, quali sono, per una prospettiva di definitiva affermazione della buona caccia.
L’ARCI Caccia della Campania
Riportiamo la disciplina del prelievo a gennaio con riferimento ad alcune specie di migratoria prevista nei calendari venatori 2015/2016 della Liguria e della Campania. Si segnalano i tempi e il carniere in Liguria (che pure ha presentato dati sulle “migrazioni”), le scadenze dei tempi e delle specie della Campania che non prevede riduzioni del territorio cacciabile come avviene in altre Regioni per lo stesso periodo REGIONE LIGURIA REGIONE CAMPANIA · colombaccio: dal 1° ottobre al 31 dicembre; nei periodi: dalla terza domenica di settembre al 30 settembre e dall’11 gennaio al 10 febbraio, esclusivamente da appostamento. Dal 1° al 10 febbraio il carniere massimo giornaliero per cacciatore è limitato a 5 capi;
· tordo bottaccio: dal 1° ottobre al 31 dicembre; dalla terza domenica di settembre al 30 settembre solo da appostamento raggiunto e lasciato con fucile in custodia e cane al guinzaglio; dal 1° al 31 gennaio sono consentite due giornate settimanali in forma vagante e/o da appostamento con un prelievo massimo di 10 capi complessivi al giorno;
· tordo sassello: dal 1° ottobre al 31 dicembre; dal 1° al 31 gennaio sono consentite due giornate settimanali in forma vagante e/o da appostamento con un prelievo massimo di 5 capi complessivi al giorno;
· cesena: dal 1° ottobre al 31 dicembre; dal 1° al 20 gennaio sono consentite due giornate settimanali in forma vagante e/o da appostamento con un prelievo massimo di 10 capi complessivi al giorno;
· germano reale, gallinella d’acqua, folaga, pavoncella e beccaccino: dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio;
· alzavola, codone, fischione, mestolone, moriglione, marzaiola: dal 1° ottobre al 20 gennaio;
· cornacchia nera, cornacchia grigia, ghiandaia, gazza: dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre e dall’11 gennaio al 10 febbraio;
· specie cacciabili dalla terza domenica di settembre 2015 al 20 gennaio 2016: alzavola, canapiglia, folaga, germano reale, gallinella d’acqua, marzaiola, gazza e ghiandaia. Per la gazza e la ghiandaia, fino al 30 settembre l’esercizio venatorio è consentito esclusivamente da appostamento.
· Specie cacciabili dalla terza domenica di settembre 2015 al 31 gennaio 2016: fagiano. Per questa specie fino al 30 settembre e dal 30 novembre solo in presenza di piani di prelievo elaborati dagli ATC, fischione, mestolone, moriglione
· Specie cacciabili dal 1° ottobre al 20 gennaio 2016: beccaccia con la limitazione dell’orario di caccia per tale specie dalle 7.30 alle 16.00, pavoncella, tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, codone, porciglione
· Specie cacciabile dal 1° ottobre 2015 al 31 gennaio 2016: beccaccino esclusivamente in caccia vagante, frullino;
· Specie cacciabili dal 1° ottobre 2015 al 10 febbraio 2016 (in applicazione dell’art. 18, comma 2 della L. 157/92) colombaccio, con la limitazione dal 2 gennaio al 10 febbraio 2016 di adottare esclusivamente la forma di caccia da appostamento e carniere giornaliero massimo di cinque capi; cornacchia grigia, con la limitazione per il periodo che va dal 20 gennaio al 10 febbraio 2016, di adottare esclusivamente la forma di caccia da appostamento