Trasformazione dei capi
Incassata la risposta del Commissario alla PSA Filippini, che ha invitato l’Associazione a richiedere alla Regione la produzione dei dati richiesti per poter attivare la deroga e suggerito la procedura per avviare i capi alla trasformazione, Arci Caccia Basilicata ha scritto all’Assessore all’Agricoltura Cicala, all’Assessore alla Sanità Latronico, ai Dirigenti ed ai responsabili per chiedere che siano attuate le misure prescritte dal Commissario.
Attuazione delle deroghe
Questo il testo: “Nei giorni scorsi abbiamo inviato una nota al Commissario Straordinario per la Peste Suina Africana, Dr. Giovanni Filippini, con la quale chiedevamo, in particolare, l’attuazione delle deroghe di cui agli artt. 3 e 4 dell’Ordinanza n.5/2024, per consentire ai nostri associati di poter svolgere la caccia al cinghiale anche nelle zone di restrizione. Il Commissario, prontamente, ci ha risposto con l’invito a rivolgerci alla Regione, affinché, verificata la situazione epidemiologica e relativi dati, potesse muovere richiesta formale alla Struttura Commissariale. Noi Cacciatori stiamo collaborando in tutti i modi al depopolamento dei cinghiali, i quali producono ingenti danni agli Agricoltori, ma anche tanti danni agli autoveicoli e quindi, poiché in Basilicata non si è avuto alcuna presenza del virus della PSA e poiché l’eradicazione del cinghiale per la gran parte è frutto dell’opera dei cacciatori, ci sembra un controsenso affidare agli stessi questo compito e poi chiudere le zone di caccia al cinghiale, seppur nelle zone di restrizione che, comunque, sono quelle con la maggiore presenza del selvatico”.
Caccia collettiva vietata
“Allo stesso modo non ci sembra produttivo, anzi negativo e pericoloso, nelle zone a restrizione II e III non ricadenti nella Zona CEV vietare la caccia collettiva (a squadre e in battuta) poiché crediamo che con soli tre operatori e un massimo di tre cani, non si potrà abbattere granché, anzi, si potranno soltanto far fuggire i cinghiali da dette zone per spostarle in altre. Crediamo sarebbe più proficuo fare battute con cani sufficienti ed adeguati e con un numero molto superiore di operatori formati. Al fine di ottenere un risultato più importante e soddisfacente e per una più fattiva e reale collaborazione da parte dei cacciatori Vi chiediamo di attivare tutte le procedure necessarie per richiedere alla struttura Commissariale di concedere, per tutte le aree di restrizione della Basilicata, le DEROGHE previste agli articoli 3 e 4 della ordinanza 5/2024. Inoltre, si chiede di poter andare in deroga anche per la destinazione dei capi abbattuti nelle suddette zone e, nel rispetto di tutte le relative misure di biosicurezza, si possa organizzare il ritiro in loco dei capi abbattuti da ditte autorizzate alla movimentazione e all’eventuale trasformazione delle carni. Poiché i numeri dei capi da abbattere sembrano essere troppo elevati per farne uso personale e nel contempo sarebbe uno spreco distruggerli (Alfonso D’Amato – Presidente Regionale ARCI CACCIA).