Come ricordato dalla Confederazione Cacciatori Toscani, l’approvazione del calendario venatorio regionale è stata il frutto di una lunga fase di confronto che ha visto sul tappeto numerose criticità da superare per giungere ad una sintesi positiva per i cacciatori e soprattutto incentrata sulla certezza del diritto. Il calendario venatorio non presenta particolari difformità da quella che per anni è stata l’impostazione mantenuta dalla Regione Toscana. Ci preme anche sottolineare come l’Assessore Marco Remaschi, abbia nei fatti accolto le proposte avanzate in queste settimane dalle Associazioni Confederate e dalla CCT mantenendo ferma la volontà politica di non cedere alle pretestuose richieste/inviti del Ministero dell’Ambiente, per l’eliminazione del Moriglione e della Pavoncella (alle quali si era aggiunta analoga richiesta anche per la specie Combattente) dall’elenco delle specie cacciabili.
Una posizione decisa, che vogliamo sottolineare sia per l’importanza politica ma anche per le motivazioni tecnico/scientifiche collegate ai pareri Ispra, che come noto, forniscono ampie garanzie per il prelievo di dette specie. Altro aspetto di pari importanza è quello inerente il mantenimento delle date di chiusura della caccia al 31 gennaio per la specie beccaccia e per i turdidi ( tordo bottaccio, sassello e cesena). In particolare sulla specie beccaccia, nelle scorse settimane grazie al lavoro approfondito dell’ufficio Avifauna Migratoria della Federcaccia Nazionale, avevamo provveduto ad inviare agli uffici preposti ulteriore documentazione tecnico scientifica a supporto delle date ad oggi indicate dal calendario. Analoga documentazione è stata anche fornita su numerose altre specie oggetto di calendario.
Per quanto attiene il colombaccio, ferma restando la non previsione di caccia nella pre-apertura, riteniamo convintamente che la decisione del limite di prelievo al 31 gennaio, rappresenti una scelta equilibrata. La possibile estensione del prelievo di caccia alla prima decade di febbraio, da taluni proposta, avrebbe nei fatti prodotto un risultato sostanzialmente negativo poiché per il rispetto dell’arco temporale massimo, il prelievo della specie avrebbe avuto inizio a partire dal 1° ottobre. Oltre pertanto agli evidenti effetti negativi sulla popolazione svernante determinati da un eventuale prolungamento della caccia al 10 febbraio, avremmo dovuto rinunciare per la caccia a detta specie all’intero periodo intercorrente tra la terza domenica di settembre e il 1° di ottobre ( 8 giorni potenziali di caccia a febbraio avrebbero portato a una perdita di circa 12 giornate a settembre) con evidenti ricadute negative per i cacciatori migratoristi praticanti la caccia al colombaccio al campo e anche per la caccia al passo sui primi contingenti in arrivo a fine settembre.
Per quanto riguarda la caccia al cinghiale in braccata, il calendario prevede le aperture differenziate nelle diverse realtà provinciali nel periodo 1° ottobre – 31 gennaio; invariate rispetto al passato restano le modalità di svolgimento della caccia in singolo e con la girata per le aree non vocate. Per la caccia di selezione al cinghiale sempre all’interno delle aree non vocate nei periodi di svolgimento della caccia in braccata, viene inserito un buffer di 400 metri tra area vocata e non vocata, nel quale potranno esercitare la caccia di selezione al cinghiale solo i cacciatori iscritti alle squadre. Mantenuti anche i 100 metri previsti per la apposizione delle poste in area non vocata durante la caccia in braccata nelle aree vocate. Confermato a partire dal 18 agosto l’addestramento e allenamento cani nei giorni di martedì, giovedì, sabato e domenica che ai sensi della Legge 20 dovrà essere svolto negli orari previsti all’interno dell’Atc di iscrizione.
La pre-apertura, sarà disciplinata da una delibera specifica; si prevedono le date del 1° settembre (per la caccia alle specie tortora, corvidi e storno) e 8 settembre (solo corvidi e storno). Altra novità positiva è quella di aver previsto la non riconsegna del tesserino venatorio cartaceo presso i comuni da parte dei cacciatori che lo scorso anno avevano optato per l’utilizzazione del tesserino venatorio digitale/Toscaccia. Unica nota negativa riguarda il mantenimento del carniere massimo di 50 capi annui per la specie allodola. Questi sostanzialmente sono i principali contenuti di un calendario che riteniamo sostanzialmente rispondente alle attese che soprattutto mantiene fede agli impegni assunti nei vari momenti di concertazione, da parte dell’Assessorato. Dopo gli esiti positivi scaturiti nella recente Conferenza Regionale sulla caccia a Braccagni (Grosseto), oggi si compie un ulteriore positivo passo in avanti che lascia ben sperare per il futuro.