L’assessore regionale all’Agricoltura, Dino Pepe, ha spiegato che questa caccia è attiva a pieno regime proprio dall’inizio del 2017: si tratta dell’abbattimento di un numero determinato di capi ad opera di cacciatori abilitati tramite i corsi di formazione. Questo vuol dire che l’attività venatoria durerà più a lungo per risolvere il problema, come richiesto negli ultimi anni, in primis dal mondo agricolo. Saranno coinvolti anche gli agenti della Polizia Provinciale e i Carabinieri.
Ora si attende l’approvazione del piano di controllo: secondo Pepe, il prelievo avverrà anche negli istituti di tutela della caccia, dunque nelle Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC) e nelle Zone di Addestramento Cani (ZAC), visto che i cinghiali si riproducono in modo indisturbato da quando è stato imposto il divieto di caccia. La carne verrà adeguatamente valorizzata tramite la filiera alimentare, con l’obiettivo di trasformare un selvatico che è una vera e propria calamità in una risorsa.