Cartaceo o digitale?
“Il tesserino venatorio cartaceo tradizionale deve essere mantenuto in Umbria, come opzione alternativa offerta ai cacciatori, anche qualora si prosegua con l’introduzione di forme di conteggio digitale della selvaggina abbattuta”. Il consigliere regionale della Lega Manuela Puletti annuncia un’interrogazione, sottoscritta anche dai colleghi Marco Castellari e Valerio Mancini (Lega), in cui si chiede all’Assessore competente “se sia sua intenzione mantenere, con le modalità che riterrà più opportune e adeguate, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie, la forma cartacea del tesserino per la pratica dell’attività venatoria in Umbria”.
Un totale che diminuisce
“Una pratica – ricorda Puletti – che nella nostra regione vanta una lunga tradizione, coinvolgendo tradizionalmente numerosi appassionati. E che tuttavia vede anche in Umbria, come nel resto d’Italia, diminuire il numero dei cacciatori che rinnovano la licenza, a causa delle continue norme che ne ostacolano l’attività svolta proprio secondo quei principi legati alla cultura rurale. Un fenomeno che in Umbria si è tradotto in una riduzione di oltre il 40% del numero di coloro che praticano attivamente la caccia, che tuttavia, in base ai dati dell’ultima stagione venatoria, raggiungono ancora il numero di 25.850, molti dei quali però sopra i 60 anni di età”.
Raccolta dei dati
“Pur comprendendo la volontà di ricorrere alla digitalizzazione per avere una puntuale raccolta dei dati – evidenzia Puletti – l’uso esclusivo di queste forme finirebbe con lo scoraggiare molti cacciatori umbri, appunto spesso in là con l’età e poco inclini all’utilizzo di tali sistemi elettronici, come dimostrato nel caso dell’app conta tortore utilizzato nelle preaperture delle ultime due stagioni venatorie. Un sistema che ha mostrato diverse criticità e difficoltà di applicazione pratica in alcune zone. E comunque non esaustivo circa il monitoraggio della fauna selvatica, che deve avvenire piuttosto attraverso l’osservazione degli organismi preposti. Infine, evidenziamo come l’utilizzo del cellulare durante l’attività venatoria potrebbe rappresentare un elemento di distrazione e dunque di pericolo”.
No all’Umbria apripista
“Per tutte queste ragioni – conclude Puletti – chiediamo che anche nel caso in cui la Regione Umbria intenda proseguire nelle sperimentazioni per la graduale introduzione del tesserino digitale, ciò non porti alla soppressione del tesserino tradizionale cartaceo. Del resto nessuna regione italiana ha abbandonato il tradizionale tesserino venatorio in forma cartacea. Non vorremmo che l’Umbria facesse da apripista” (fonte: Consiglio Regionale dell’Umbria).