No, non hanno capito. O fingo io di non capire, che è pure peggio. E allora tocca ripetere in parole magari un po’ brutali quanto già scritto con maggior grazia alcuni fondi addietro e poi certificato ampiamente dal sentimento popolare: gli animalisti estremi devono smetterla di screditare la Caccia. I soliti, Brambi… e altri noti in cerca di facile visibilità per le loro propagande elettorali in quanto oramai non più presentabili, sono tra i responsabili dell’incredibile astio e scarsa conoscenza del mondo dei cacciatori, quest’ultimi divenuti da anni “cacciatori formati” e volti verso un’attività venatoria ecocompatibile, nonché chiari ambasciatori della cultura rurale.
Finalmente però in Italia qualcosa si muove, seppur troppo lentamente anche a causa delle numerose associazioni venatorie che non caldeggiano la stessa causa ma viaggiano su fini propri, ma comunque dopo anni che “la Rossa e company” davano un messaggio distorto dell’attività venatoria nel nostro paese, possiamo dire con fermezza che oramai han fatto il loro tempo, non perché siano cattivi d’animo, portino sfiga o ci stiano sulle scatole a prescindere ma perché servono idee e facce nuove anche nei Palazzi romani. E solo sgombrando il campo da quelle vecchie poltrone, la caccia italiana può rialzarsi e ripartire. Eppur non si muovono… In questi giorni di agosto si è tenuto lo “Eid-Ul-Adha”, Festa mussulmana del sacrificio, ma nessuno di loro ha proferito parola per questa mattanza di ovini. L’obiettivo è conservare la poltrona a dispetto dei santi. Lo strumento prescelto è astuto: dare in pasto al popolo furente un messaggio errato su caccia e fauna selvatica.
Infatti, è probabile che i nostri soliti noti riescano politicamente a sopravvivere e che questo articolo si aggiunga come un coriandolo a tante altre parole al vento. Ovviamente motivi validi ce ne sarebbero in abbondanza, e lo vede anche un bambino, ma ne manca uno tecnicamente e legalmente inoppugnabile. Quindi nessuno può cacciarli. Non i giornali, non l’opinione pubblica e nemmeno il governo, nonostante qualche strumento di pressione in più lui ce l’ha. Nessuno, dicevamo, tranne la voce della loro coscienza.
In attesa che si faccia viva, sfuggente e beffarda come il fantasma di Godot, il palcoscenico resta ingombro e gli attori recitano a soggetto. Maluccio si direbbe…