Come riportato dall’ANUUMigratoristi, per l’ennesima volta l’analisi della migrazione primaverile ha confermato come le condizioni meteorologiche siano fondamentali per la presenza in Italia delle specie ornitiche. L’inverno non è comunque stato tale in fatto di temperature, mentre la primavera si è caratterizzata per le condizioni sfavorevoli. I primi segnali dell’estate, poi, non hanno consentito alla fauna alata di nidificare in maniera tranquilla, soprattutto nelle regioni settentrionali, in primis a causa di temporali serali piuttosto violenti.
L’associazione ha esaminato le diverse specie. Riguardo al tordo bottaccio, la sua presenza è stata paragonata a una “apparizione”. Anche la presenza del tordo sassello è stata ridotta, un calo segnalato da tempo come avvenuto persino nel caso della cesena. Qualche nota positiva, al contrario, è giunta dal lucherino, dalla peppola e del fringuello: in particolare, quest’ultimo è stato ben presente anche nel corso della nidificazione. La presenza dello storno è stata giudicata “ottima” dall’ANUU, senza dimenticare l’incoraggiante ritorno dell’allodola in alcune zone.
I migratoristi hanno voluto sottolineare come il monitoraggio delle specie cacciabili non debba essere limitato al periodo venatorio, comprendendo tutto l’arco dell’anno. In effetti, come si legge nella parte finale del comunicato, “Solo attraverso la conoscenza si possono acquisire dati attendibili e veritieri e non basati solamente sul carniere o su credenze popolari venatorie ormai superate in questo ultimo decennio, anche se registrate nel nostro bagaglio storico”.