La legge 157 del 1992
Lo scorso dicembre, il nuovo Parlamento ha dato prova di efficacia portando finalmente a casa un’opportuna modifica dell’art. 19 della legge statale, quello relativo al controllo della fauna selvatica, che da trent’anni giaceva inalterato e, pertanto, gravemente carente rispetto all’evoluzione del mondo reale, della giurisprudenza consolidata della Corte costituzionale e delle popolazioni selvatiche, nonché dell’involuzione amministrativa e organizzativa dei corpi di PG delle Province, competenti in materia faunistica: senza contare il confluire del CFS nell’Arma dei Carabinieri, che non ci risulta abbia mai partecipato, né tanto meno organizzato, alcuna attività di contenimento di fauna selvatica in alcuna zona d’Italia. Il fatto che l’intervento legislativo abbia colto nel segno, è stato dimostrato dalla veemente e facinorosa reazione di molti media nazionali, ben foraggiati dai soliti animalisti e ambientalisti anticaccia che da anni ormai hanno ripreso fiato. Come si dice “cosa fatta, capo ha”.
Calendari venatori e termini
Ora, è quindi il momento di mettere seriamente mano alle procedure relative alla caccia, nello specifico quelle per i calendari venatori regionali per la prossima stagione 2023/24. Il fischio d’avvio, infatti, è stato dato: se le Regioni intendono rispettare il termine (non tassativo, si ricordi) del 15 giugno 2023 per l’emanazione dei calendari, l’intero iter è già in corso. La trafila prevede l’acquisizione dei pareri delle consulte faunistico-venatorie (o come vengono definite dalle diverse leggi regionali) ove sono rappresentate le categorie dei portatori d’interesse, poi la redazione di una proposta di calendario e, infine, la sua trasmissione a ISPRA per acquisire il relativo parere (obbligatorio, ma non vincolante). Frattanto, ove non già assolta a livello di pianificazione – tramite il piano faunistico-venatorio regionale o quelli provinciali previgenti – prosegue in parallelo anche la procedura per la valutazione d’incidenza del calendario rispetto ai siti della rete Natura 2000.
I pareri dell’ISPRA
Insomma, il tutto è un discreto patchwork o, per dirla semplicemente nella nostra bella lingua, è un bel minestrone, nel quale però occorre dosare ogni ingrediente con la massima attenzione. Ma rimane un collo di bottiglia: ISPRA, istituto i cui pareri per i TAR e il Consiglio di Stato sono ormai equivalenti al Verbo messianico. Ciò impone che il Ministero dell’Ambiente, cui compete la vigilanza su ISPRA e, ovviamente, le direttive e gli indirizzi di lavoro, adotti nuovi e diversi orientamenti, meno rigidi e meno avversi all’attività venatoria. perché è proprio dal livello ministeriale che ci si attende una palese sterzata, che vada a incidere su quanto ISPRA scriverà alle Regioni. Detto in parole povere: se ancora, tra qualche settimana, leggeremo pareri che indicano la chiusura della caccia all’avifauna stanziale al 30 novembre, alla beccaccia al 31 dicembre, ai turdidi al 10 gennaio, agli anatidi al 20 gennaio, l’apertura generale non prima dell’1 ottobre, la sospensione della caccia a pavoncella, moriglione, tortora selvatica e moretta, ecc. ecc. non avremo alcun dubbio che anche l’attuale Governo sarà risultato impotente a intervenire in maniera efficace.
Interpretazione dei dati
Questa dei calendari venatori sarà quindi la prima, autentica prova del nove sulla caccia per chi regge Palazzo Chigi, perché non vi sarà alcun contributo da esponenti di forze politiche diverse dalla maggioranza, come invece è accaduto nelle commissioni parlamentari competenti e in aula per la modifica dell’art. 19 della legge 157, passata con voto trasversale alla maggioranza dei partiti. Pretendiamo troppo? Non lo crediamo. Dopo almeno due decenni di tagli e di batoste, i cacciatori italiani chiedono semplicemente il ritorno dell’equilibrio e della corretta, nonché esaustiva, interpretazione dei dati, il minimo che ci si possa attendere da organismi ed enti pubblici che hanno specifico ruolo di consulenza conferito loro dalla legislazione vigente: ma che non sono il legislatore, anche questo è bene evidenziarlo. Poi c’è la vexata quaestio dei polverosi meccanismi della giustizia amministrativa, cui abbiamo già dedicato tante riflessioni e sulla quale torneremo. In bocca al lupo a tutti. (ANUUMigratoristi)