Le parole di Bana
L’onorevole Barbara Mazzali, consigliere regionale della Lombardia (Fratelli d’Italia), ha condiviso l’intervento dell’avvocato Antonio Bana, numero uno di Assoarmieri, in difesa della caccia: “Chi, come me, è nato in una famiglia di cacciatori, di uccellatori, ma soprattutto di persone attente alla natura e ai suoi valori ambientali, non può rimanere indifferente all’attacco portato nelle aule di giustizia contro l’attività venatoria. Oggi, o forse da sempre, in Europa si guarda alla caccia in un modo costruttivo, mentre in Italia sembra essere ignorato questo segnale da parte di chi non vuole ascoltare. Ricordo che il cuore pulsante della Direttiva 79/409/Cee, concernente appunto la conservazione degli uccelli selvatici, riconosce pienamente la legittimità della caccia in tutte le sue forme come strumento di sfruttamento sostenibile.
Limitazioni alla caccia
La caccia è altresì in grado, come attività naturale, di generare importanti ricadute di ordine sociale, culturale, economico, ambientale in varie zone dell’Unione Europea e quindi anche nel nostro Paese. Come sappiamo la caccia è ampiamente limitata ad alcune specie espressamente menzionate e stabilisce una serie di principi ecologici e di obblighi giuridici applicabili all’attività venatoria, ai quali gli Stati Membri devono e danno attuazione mediante la legislazione nazionale. Tali principi e obblighi costituiscono la disciplina di riferimento per la corretta gestione della caccia. E’ quindi fondamentale e necessario avviare un dialogo costante e duraturo per sviluppare la cooperazione tra tutti gli organismi governativi e non governativi interessati e coinvolti alla conservazione e all’uso sostenibile dell’avifauna selvatica presente in Europa e quindi anche in Italia.
Il rispetto di cui c’è bisogno
Bisogna portare rispetto all’attività svolta a 360° da tutti i cacciatori, dalle associazioni venatorie, dal comparto armiero, dall’industria produttrice di armi e munizioni, dagli artigiani che lavorano nel settore (fiore all’occhiello del nostro know-how italiano) per una caccia – quella italiana – indirizzata alla sostenibilità e finalizzata a una migliore comprensione degli aspetti giuridici e tecnico-scientifici. Tutto questo nostro patrimonio è sempre teso al rispetto di comuni accordi per un programma di azioni scientifiche di conservazione, di sensibilizzazione volte a promuovere un’attività venatoria che, non bisogna dimenticare, ha da sempre dato una mano a quella parte di Pil del nostro Paese per tutto l’indotto multisettoriale che ha sempre creato. Tuteliamo insieme i veri valori a testa alta della nostra caccia!”.