L’Associazione Nazionale Libera Caccia Umbria esprime le proprie perplessità sull’accorpamento degli ATC regionali in un unico ATC.
La bozza uscita dagli uffici regionali dell’Umbria è soltanto uno “schizzetto” programmatico che con grande difficoltà permette di elaborare pensieri, critiche, osservazioni. Il pensiero regionale è quello, a loro dire, riportato nel preambolo, di organizzare al meglio gli ATC umbri per consentire risparmi di gestione. Già nell’enunciare i costi sia dei Comitati di Gestione, sia del personale, ma soltanto quelli, evidenzia che la “scusa” è quella del risparmio. Ma noi dell’ Ass. Naz. Libera Caccia crediamo che non corrisponda del tutto al vero.
Chi ha seguito la gestione degli A. T. C. sa che già ora si debbano fare dei distinguo. Ci sono Ambiti Territoriali di Caccia virtuosi e ci sono Ambiti meno virtuosi. C’è l’Ambito che ha svolto al meglio la propria attività con molta attenzione ai bilanci ed ai doveri legali e formali. C’è l’Ambito che invece di diminuire le spese le ha aumentate chiedendo il doppio dell’esborso ai cacciatori di sua competenza. C’è l’Ambito che ha gestito con poca accortezza, sia finanziaria, sia amministrativa, sia, non vorremmo sbagliare, con scarsa attenzione alle dovute regole formali. Anzi ci siamo da tempo meravigliati che dopo tante ripetute conoscenze di attività lontane dalla correttezza, tale Comitato di Gestione, da parte della maggioranza delle associazioni che lo hanno espresso, abbia avuto sì biasimo a parole, ma, in pratica, conferma reiterata del Presidente, dell’Ufficio di Presidenza, appoggio del suo operato e approvazione dei bilanci. La Libera Caccia da sempre si è lamentata ufficialmente anche con la Provincia di Perugia per il non intervento nelle varie fasi di sorveglianza.
Tornando al sopra nominato progetto del nuovo assetto ci sembra che gli intenti abbiano scopi diversi da una semplice riduzione dei costi, che nessuno può onestamente non condividere. Anche se stiamo parlando di un semplice “schizzetto” di idea, non del tutto esaustivo , pensiamo che questo progetto porterà ad un aumento di costi ed ad aumentare, di conseguenza, le quote di iscrizione all’ATC da parte dei cacciatori umbri che, magari, e vorremmo sbagliarci, saranno ancora più ingabbiati e, perciò, più in difficoltà nella loro attività venatoria. Paragonando l’Umbria venatoria ad un abitazione composta da tre grandi saloni, come detta la L. 157/92, si pensa di abbattere le pareti, anziché eseguire la dovuta manutenzione dell’edificio. I tre saloni dovrebbero essere sostituiti da cinque locali (Unità Operative Territoriali) alcuni disegnati in modo, a dir poco, comico.
A questo verrebbe aggiunta, come chiamarla, una “nuvoletta” supervisore dell’edificio, occupata da persone veramente …”illuminate, esperte”, e perciò, è ovvio, doverosamente ben retribuite. Questa “nuvoletta” è chiamata Ambito Territoriale di Caccia, unico.
I risparmi, così li chiamano, dovrebbero essere rappresentati da:
– Uffici ubicati in locali di proprietà pubblica senza specificare se a titolo gratuito e con quali spese.
– Un unico Comitato di Gestione dell’ATC, senza specificarne la composizione e i suoi costi.
– In periferia non abbiamo capito chi dovrà gestire le unità operative e con quali costi.
– Per il personale, speriamo che ci perdonerete i nostri cattivi pensieri che tormentano anche noi, non vorremmo che fossero …spalmati, con abbondanza, dipendenti di enti ormai in …evaporazione e che, è a tutti noto, come siano abituati a massacranti turni di lavoro. Ma allora si dovrebbe cambiare la dicitura in Unità di Occupazione Territoriali.
Stiamo soltanto considerando l’abbozzo dell’edificio, ma già da ora non riusciamo, sicuramente per nostre deficienze intellettuali di progetto, a scorgere il pur piccolo risparmio, ma soltanto il maggiore esborso futuro chiesto all’unico finanziatore: il cacciatore umbro. Dopo il “grezzo” passeremo ad esaminare le rifiniture. Considereremo le posizione dei mobili, dei soprammobili, delle scrivanie, delle sedie, delle poltrone, già le inevitabili …poltrone.
Pensiamo invece che si potrebbe intervenire nella coordinazione degli attuali ATC, rispettando la dovuta rappresentatività delle associazioni riconosciute e che, da sempre, di fatto, hanno collaborato alla migliore gestione venatoria. Porre maggior attenzione nelle nomine dei gestori. Impegnare gli uffici di presidenza in una suddivisione di responsabilità e impegno amministrativo di contabilità per centri di costo. I presidenti sarebbero lasciati meno …soli, più addetti a coordinare e meno ad accentrare su se stessi ogni, anche pur minimo, …alito gestionale. I consiglieri in minor numero ma più impegnati e coinvolti. Gestione più snella, ma con controlli più attenti. Ci sarebbe anche altro da dire, ma rimandiamo i nostri futuri interventi a quando l’idea diventerà progetto.
Siamo certi di poter offrire progetti di gestione moderna e veramente efficiente. Soprattutto nel rispetto dei cacciatori, la loro tradizione venatoria e senza chiedere altri balzelli che sarebbero imposti per altri scopi.
Carlo Paolo Cristini
20 dicembre 2012