Tra l’altro, in una delle riprese utilizzate per commentare la personalissima opinione della giornalista, la Rai – che dovrebbe essere un servizio pubblico – mostra chiaramente lo stemma inconfondibile della Libera Caccia, come se la nostra associazione fosse impegnata nel somministrare pietanze insicure o addirittura dannose. Ci permettiamo di ricordare alla signora Giannini che i controlli sulle carni, di allevamento o selvatiche, destinate all’alimentazione sono severissimi e le ricordiamo inoltre che se i censimenti sono gestiti dai cacciatori è solo perché non ci sono altri volontari disposti ad affrontare i sacrifici che essi richiedono: levatacce e lunghe nottate di appostamenti.
Detto questo, abbiamo incaricato i nostri legali di esaminare attentamente la trasmissione per verificare se nel testo e nelle immagini si possano ravvisare gli estremi per una querela contro la giornalista e contro la testata. Comunque, ringraziamo ancora una volta Rai3 per la sua aperta faziosità e per l’ostinazione con cui evita qualsiasi forma di civile e onesto contraddittorio con i cacciatori che sono fra i cittadini più controllati d’Italia, sia dal punto di vista psico-fisico, sia per quanto riguarda lo stile di vita e l’assoluta assenza di qualsiasi macchia o carico penale”.