Paolo Sparvoli, presidente dell’Associazione Nazionale Libera Caccia, si è scagliato contro la Rai, per la precisione la terza rete. Ecco il testo del suo comunicato. “Non contenta della sua disinformata performance di stampo animalista dello scorso dicembre, la “valente” giornalista di Rai3 Sabrina Giannini ha rimesso in moto la sua macchina del fango contro la caccia e i cacciatori. Abituata a raccontare mezze verità infarcite di ideologia vegana, stavolta la paladina anticaccia ha voluto seminare un po’ di allarmismo sociale cianciando sui pochi o inesistenti controlli sulle carni di cinghiale utilizzate nei ristoranti e nelle innumerevoli sagre che animano le serate estive.
Tra l’altro, in una delle riprese utilizzate per commentare la personalissima opinione della giornalista, la Rai – che dovrebbe essere un servizio pubblico – mostra chiaramente lo stemma inconfondibile della Libera Caccia, come se la nostra associazione fosse impegnata nel somministrare pietanze insicure o addirittura dannose. Ci permettiamo di ricordare alla signora Giannini che i controlli sulle carni, di allevamento o selvatiche, destinate all’alimentazione sono severissimi e le ricordiamo inoltre che se i censimenti sono gestiti dai cacciatori è solo perché non ci sono altri volontari disposti ad affrontare i sacrifici che essi richiedono: levatacce e lunghe nottate di appostamenti.
Detto questo, abbiamo incaricato i nostri legali di esaminare attentamente la trasmissione per verificare se nel testo e nelle immagini si possano ravvisare gli estremi per una querela contro la giornalista e contro la testata. Comunque, ringraziamo ancora una volta Rai3 per la sua aperta faziosità e per l’ostinazione con cui evita qualsiasi forma di civile e onesto contraddittorio con i cacciatori che sono fra i cittadini più controllati d’Italia, sia dal punto di vista psico-fisico, sia per quanto riguarda lo stile di vita e l’assoluta assenza di qualsiasi macchia o carico penale”.