Per il momento non ci sono stati riscontri, anzi sono stati ricordati più volte gli emendamenti a rischio. Tra quelli discriminatori ce n’è uno che prevede la chiusura dell’attività venatoria di domenica, tanto da paventare un vero e proprio de profundis per 25mila appassionati piemontesi. Il divieto sarebbe ovviamente incostituzionale, anche perchè la Regione non può con una propria legge modificare il testo nazionale: i giorni di silenzio venatorio sono due, il martedì e il venerdì.
Libera Caccia ha anche ricordato come i cacciatori siano contribuenti e paghino molti soldi per la loro attività, denaro che va a finire nelle casse pubbliche. ANLC Piemonte sarà presente insieme ad altre sigle il prossimo 8 giugno a Torino per manifestare contro tutto questo, come è avvenuto anche nel 2016. L’invito è stato rivolto a tutti i cacciatori, non solo piemontesi, nella certezza che ci possa essere una grande risposta, seria e compatta, oltre che educata.